ANCONA - La tassa sui rifiuti per l’anno 2020 si pagherà in due tranche. Un acconto entro il 30 settembre prossimo, nella misura di un 50% calcolato sulla base...
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L’emergenza Coronavirus ha inciso anche sui versamenti dei tributi locali. Già all’inizio di giugno la giunta, per dare un sostegno ai contribuenti in difficoltà, aveva deciso di sospendere pagamenti relativi a Cosap Tari e altre imposte comunali. L’acconto della Tari è slittato così a settembre. Con quali effetti sul bilancio comunale? «Il differimento delle scadenze per il versamento della Tari nel corrente esercizio - chiarisce la delibera di giunta - non comporta modifiche alle previsioni di entrata in termini di competenza inserite nel bilancio di previsione 2020-‘22, ma comporta riflessi sulla situazione di cassa, in quanto il differimento degli incassi può determinare una momentanea carenza di liquidità». Una “stretta” non di poco conto, considerato che la Tari complessivamente lo scorso anno ha portato 20 milioni sui 110 del bilancio comunale, ma il Comune potrà fronteggiare le minori entrate «con l’avvenuta erogazione da parte dello Stato di parte dei fondi previsti a sostegno della liquidità degli enti locali a seguito dell’emergenza da Covid-19, fermi restando gli ordinari strumenti di liquidità messi a disposizione dall’ordinamento, quali in primo luogo l’anticipazione di tesoreria».
La delibera sul pagamento della Tari è solo una dei punti all’ordine del giorno che riguardano la manovra correttiva necessaria per far fronte all’emergenza sanitaria causata dall’epidemia. All’attenzione del consiglio comunale di venerdì c’è anche la proposta di variazione di assestamento generale del bilancio di previsione 2020-‘22 e la verifica della salvaguardia dei equilibri di bilancio, un adempimento che la giunta ha voluto assolvere subito benché la legge consentisse, proprio per l’emergenza Covid, di posticiparla a settembre.
Rispetto all’approvazione del bilancio preventivo e del piano degli investimenti, il Comune ha dovuto far quadrare i conti, sballati dall’epidemia che ha paralizzato l’Italia per quasi tre mesi. Tra mancati incassi già riscontrati (solo mense scolastiche e nidi registrano un -1,6 milioni) e quelle preventivate (Imu, tassa di soggiorno e contravvenzioni) mancheranno rispetto alle previsioni circa 9 milioni. Per coprire la voragine il Comune attingerà dai trasferimenti statali garantiti dal Decreto Rilancio, che porteranno ad Ancona circa 4,8 milioni di entrate, a cui si aggiungono altri contributi. Buona parte della restante copertura finanziaria, sarà garantita da un minore peso dei mutui per circa 3,5 milioni. Il Comune è riuscito a rinegoziare i mutui con la Cassa depositi e prestiti e posticiparne altri con sospensione della quota capitale per un anno. Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico