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ANCONA - Pubblicizzavano sul web la possibilità di stringere polizze assicurative a prezzi super competitivi, si facevano pagare dagli automobilisti su carte PostePay e poi inviano i documenti – rivelatisi fasulli - su Whatsapp. È questo, secondo gli investigatori della Polizia Stradale di Ancona, il modus operandi con cui un gruppo di napoletani avrebbe truffato oltre mille automobilisti nell’ultimo anno e mezzo, vendendo false polizze, apparentemente siglate con le maggiori compagnie assicurative.
È di circa tre milioni di euro il profitto che sarebbe stato incassato dalla gang, composta da un uomo e tre donne di età compresa tra i 45 e i 50 anni, tutti con precedenti di polizia, scovata nell’ambito dell’operazione “Valdez”. Su ordine del tribunale del Napoli, due indagati sono stati collocati ai domiciliari, altrettanti in carcere.
Per gli automobilisti, oltre il danno, la beffa: non solo sono stati indotti a pagare false polizze, ma hanno dovuto fare i conti con il sequestro della propria auto a causa della mancata assicurazione. In diverse occasioni la Polizia Stradale ha scoperto la truffa in presenza di incidenti. All’atto della verifica delle polizze, infatti, è emerso la falsità dei documenti. Alcune famiglie, pronte a partire dal porto per le vacanze, sono state costrette a rimandare le ferie dopo il sequestro dell’auto. Nella provincia di Ancona, dagli investigatori guidati dal comandante del Compartimento Marche Lucio Pennella sono stati contati una trentina di truffati.
È a Senigallia che è iniziato tutto, circa un anno e mezzo fa, poco prima del lockdown. Durante un controllo eseguito dagli agenti, il conducente di una vettura è stato trovato in fallo: dalla visione dei documenti era emersa la falsità della polizza. Non era registrata negli archivi del Mit. Da quell’episodio sono partite le indagini, estese prima a tutte le Marche, poi sull’intero suolo nazionale. Dagli accertamenti - fatti di pedinamenti, visione delle telecamere degli sportelli dove venivano prelevati i soldi delle PostePay intestate ai compiacenti della banca e analisi delle utenze Whatsapp utilizzate dai truffatori – gli investigatori hanno infine stretto il cerchio attorno a Napoli. Dall’attività investigativa è emerso che i malviventi, dopo aver creato un’apposita pagina e registrato un sito internet raggiungibile attraverso un indirizzo simile a quello delle maggiori compagnie di assicurazione o di broker assicurativi realmente esistenti, lo pubblicizzavano sui noti motori di ricerca del settore. Per ottenere un preventivo, la vittima inseriva i propri dati e una utenza telefonica sulla quale, poco dopo, veniva contattata dai malviventi per firmare il contratto. «Invitiamo i cittadini – è l’appello il dottor Pennella – a verificare sempre con estrema cura la sottoscrizione di polizze online. Per qualsiasi dubbio, noi siamo pronti a fornire chiarimenti e supporto. Si ricorda che sul sito del Mit (www.ilportaledell’automobilista.it), si può accertare la corretta copertura assicurativa del proprio veicolo».
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Corriere Adriatico