Rapinato dal branco in piazza Roma Il capo dei bulli condannato a 6 anni

Rapinato dal branco in piazza Roma Il capo dei bulli condannato a 6 anni
ANCONA - A soli 13 anni, era stato aggredito e picchiato da un gruppo di ragazzi in piazza Roma. La rapina, aveva permesso alla gang di impossessarsi di 5 euro. Una cifra che non...

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ANCONA - A soli 13 anni, era stato aggredito e picchiato da un gruppo di ragazzi in piazza Roma. La rapina, aveva permesso alla gang di impossessarsi di 5 euro. Una cifra che non aveva impedito alla vittima di sporgere denuncia e mettere i carabinieri nelle condizioni di risalire all’identità di almeno uno dei ragazzi coinvolti. Per l’aggredito, che oggi ha 24 anni, la giustizia è arrivata dopo un decennio fatto di errori burocratici, rinvii e proroghe continue. 

Ieri pomeriggio, l’unico finito a processo - un peruviano di 29 anni - è stato condannato dal collegio penale a scontare 6 anni di reclusione e risarcire la vittima della somma di 20 mila euro. Una stangata che, però, potrebbe trasformarsi in una beffa per il 24enne, attualmente in forza all’esercito italiano. Nel frattempo, infatti, lo straniero si sarebbe reso irreperibile. Inoltre, è quasi scontato che la difesa, rappresentata da Giovanni Bonadies, faccia appello. Allungandosi i tempi il reato potrebbe anche cadere in prescrizione.

Era stato commesso nell’aprile del 2007, quando il 24enne si trovava a piazza Roma con degli amici. «All’improvviso – ha raccontato in udienza – qualcuno mi ha aggredito da dietro con uno schiaffo. Mi ha stordito ma sono riuscito a correre verso la stazione dei taxi. In cinque minuti, un gruppetto mi ha assalito, buttandomi per terra. Alcuni ragazzi mi hanno tirato calci, colpendomi alla schiena, al costato e alle gambe. Mi sono chiuso a riccio per proteggermi. Alla fine, mi si è avvicinato un ragazzo alto e mi ha mostrato il pugno, intimandomi a cedergli quello che avevo nelle tasche, cioè 5 euro. Gli ho dato i soldi e poi sono scappato verso piazza Pertini. Per mesi non sono uscito di casa dalla paura». Il peruviano, dopo le indagini, era stato rintracciato. Era anche finito a processo in tempi brevi, subendo una condanna a 2 anni e 6 mesi di reclusione nel 2010. In appello, però, la sentenza è stata annullata per la mancanza di una notifica al difensore che all’epoca del primo verdetto assisteva lo straniero. 

La nuova udienza preliminare aveva portato altri ritardi, sempre per deficit burocratici. Tornato davanti al collegio penale, il fascicolo è stato trattato dopo vari rinvii a causa degli scioperi degli avvocati. Solo ieri, è stata possibile la fine del procedimento. Almeno in primo grado. Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico