La procura sequestra i diari del professore infatuato dei bambini. Al setaccio anche gli apparecchi informatici

La procura sequestra i diari del professore che amava i bambini. Al setaccio anche gli apparecchi informatici
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«Sono solo fantasie» sarebbe stata la difesa approcciata nel corso delle indagini dall’insegnante 30enne a cui il gip ha imposto il divieto di mettere piede e avvicinarsi in qualsiasi istituto scolastico d’Italia, di ogni ordine e grado. In precedenza, al docente, era stata imposta l’interdizione dall’insegnamento per un periodo di otto mesi. L’uomo è finito al centro dell’inchiesta coordinata dal pm Irene Bilotta e portata avanti sul campo dagli agenti della Squadra Mobile, dopo la denuncia della famiglia di una bimba della prima elementare, alunna di un istituto comprensivo del capoluogo dove aveva trovato impiego proprio il 30enne, come supplente. 

Confidandosi con i genitori, la piccola aveva raccontato di un momento intimo avuto con l’uomo lontano dai suoi compagni di classe. Di qui, l’accusa di violenza sessuale su minore. Lunedì, il 30enne – assistito dall’avvocato Stefano Migliorelli di Macerata – comparirà davanti al gip Sonia Piermartini per l’interrogatorio a garanzia della misura cautelare notificatagli lo scorso mercoledì. L’udienza si terrà in tribunale. Se volesse, potrebbe dare la sua versione dei fatti e far mettere a verbale una tesi difensiva. Dal giudice c’era finito anche a fine 2019, dopo la prima misura che gli imponeva la sospensione dall’insegnamento. Sull’uomo è già stata eseguita una perizia psichiatrica: il dottor Massimo Melchiorre ha stabilito la piena capacità di intendere e di volere dell’indagato. Da quanto emerso, sarebbero stati ravvisati nella sua personalità dei tratti infantili, in linea con il contenuto degli scritti finiti sotto sequestro all’inizio dell’indagine. La procura ne ha messi sotto chiave una ventina. Ci sono frasi, descrizioni, disegni, appunti che – stando a quanto ravvisato dagli investigatori - sfiorerebbero addirittura la sfera dell’infatuazione. L’unica denuncia che risulta agli investigatori è quella sporta dalla famiglia della bimba. Non sono arrivate in questura neppure segnalazioni. 


Nella scuola dove insegnava il 30enne erano state anche collocate delle telecamere: le riprese però non mostrerebbero nulla di compromettente. Così pure l’analisi scaturita dai dispositivi informatici sequestrati all’indagato per vedere se all’interno fossero contenuti file scabrosi: nessuna pista per poter mettere in piedi un’eventuale ipotesi accusatoria di detenzione di materiale pedopornografico. A sostenere quasi in toto la base dell’accusa è il racconto della minore, ascoltata in forma protetta e con l’aiuto di una psicologa davanti al gip nel corso di un incidente probatorio. La deposizione è stata ritenuta convincente, chiara e puntuale. Gli accertamenti della procura si possono dire conclusi.  Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico