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ANCONA - Un percorso di messa alla prova della durata di due anni da passare in comunità. È quello che dovrà affrontare il 17enne di origine nigeriana, ma residente ad Ancona, arrestato dai carabinieri con l’accusa di aver percosso e rapinato un suo coetaneo nei bagni pubblici di piazza Roma, il 24 settembre dello scorso anno. A varare la Map è stato il Tribunale dei Minorenni, dopo l’istanza presentata dall’avvocato difensore Aldo Sichetti.
Vittima del pestaggio era stato il figlio della “mamma coraggio”, Patrizia Guerra. Il giovane era finito al pronto soccorso di Torrette dopo essere stato strattonato, preso per il collo e raggiunto da un pugno sullo stomaco.
La detenzione
Dal giorno dell’arresto, eseguito a febbraio, il bullo 17enne si trova in un istituto penitenziario minorile. Uscirà nelle prossime ore proprio per raggiungere la comunità (si trova in Emilia Romagna) dove affronterà la Map. Il giudice ha anche già fissato delle udienze (la prima è il 21 giugno) per la verifica intermedia dell’iter. Un iter che verrà costellato quasi sicuramente da lavori socialmente utili e attività di volontariato. Il desiderio del ragazzo è anche quello di poter continuare a studiare. Fin dall’interrogatorio di garanzia che aveva fatto seguito all’arresto, il 17enne si era mostrato pentito: «Quando il ragazzo è uscito dal bagno di piazza Roma me lo sono ritrovato davanti. Volevo fare il “grosso”, me la sono presa con il primo che capitava, non ce l’avevo certo con lui. Chiedo scusa per quanto avvenuto».
La lettera
In carcere ha scritto anche una lettera indirizzata alla vittima e depositata nel fascicolo d’indagine. «Voglio essere una persona migliore degli sbagli che ho fatto» una delle frasi contenute all’interno della missiva. All’ultima udienza, erano presenti sia il 17enne imputato che sua madre. Quest’ultima, la scorsa volta in aula, si era sciolta in un abbraccio con la mamma della vittima, chiedendo scusa per gli errori commessi dal figlio. La dinamica della rapina: mentre stava uscendo dal bagno pubblico di piazza Roma il 17enne era stato agganciato dall’imputato.
La vittima, che portava sulle spalle uno zaino, sarebbe stata strattonata, presa per il collo e tramortita con un calcio allo stomaco.
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Corriere Adriatico