Ancona, impiegato morto per le fibre d’amianto: Fincantieri dovrà pagare più di 400mila euro a moglie e figlia

Ancona, impiegato morto per le fibre d’amianto: Fincantieri dovrà pagare più di 400mila euro a moglie e figlia
ANCONA - Lavorando al cantiere navale, viene a contatto con l’amianto e, una volta andato in pensione, i medici gli diagnosticano l’asbestosi, una malattia...

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ANCONA - Lavorando al cantiere navale, viene a contatto con l’amianto e, una volta andato in pensione, i medici gli diagnosticano l’asbestosi, una malattia polmonare direttamente collegata alle fibre killer. Dopo la terribile diagnosi muore nel 2018. A cinque anni dal decesso c’è la sentenza del giudice civile: la Fincantieri, per cui lavorava il 74enne anconetano, dovrà risarcire moglie e figlia con 420mila euro. In più, l’azienda dovrà anche risarcire i familiari delle spese per il funerale.

 

La causa

Il verdetto del giudice Tania De Antoniis è stato emesso nei giorni scorsi dopo la causa intentata dalle eredi del 74enne e portata avanti dagli avvocati Gabriele Galeazzi e Federico Arcolai. Il decesso dell’impiegato tecnico risale al luglio del 2018, all’ospedale di Torrette. Due anni prima aveva ricevuto la diagnosi mortale: asbestosi pleuro-polmonare. La malattia è insorta dopo la pensione.

Il 74enne ha lavorato per Fincantieri dal 1965 al 2000. Per 11 anni (dall’assunzione e fino al 1976) è stato impiegato nel reparto allestimento navi, con compiti di coordinamento e controllo del lavoro degli operai e delle ditte appaltatrici, in particolare falegnami, pittori, spruzzatori e rivestitori di amianto. A partire dal 1976 e fino al 1980 ha svolto mansioni di cottimista, occupandosi dell’allestimento a bordo delle navi in costruzione. L’ultimo periodo lo ha passato prevalentemente a terra.

Stando a quanto emerso nel corso del procedimento e dei rilievi medico-legali, il 74enne avrebbe contratto l’asbestosi a seguito dell’esposizione prolungata alle fibre d’amianto (senza le dovute protezioni), soprattutto nel periodo compreso tra il 1965 e il 1980, quando si era occupato soprattutto dell’allestimento a bordo nave. Per la relazione medico-legale «sussiste con certezza un nesso causale tra la patologia polmonare che ha portato al decesso e l’esposizione all’amianto subita presso la Fincantieri».

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Corriere Adriatico