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ANCONA - La strategia anti-bulli in quattro mosse. Primo: indagini serrate per scovare i violenti. Secondo: più controlli e percorsi rieducativi per i responsabili, molti dei quali minorenni. Terzo: censimento degli edifici-fantasma, dove spesso si annidano i ragazzini terribili.
Quarto: fototrappole per frenare le irruzioni abusive. Il Corriere Adriatico, nell’edizione di ieri, aveva sollecitato la Prefettura a dare risposte forti dopo gli ultimi episodi di violenza, culminati con l’aggressione-choc di domenica scorsa in via Novelli, in tre contro uno, ripresa dal cellulare di un residente. Ebbene, quelle risposte sono arrivate.
«Porremo i responsabili nelle condizioni di non nuocere più all’ordinato vivere civile di una città come Ancona che risulta offesa da comportamenti inammissibili e la cui gioventù non può essere riconosciuta in certi atteggiamenti». Parole di fuoco, quelle del prefetto Darco Pellos che ancora una volta si dimostra tutt’altro che tenero nei confronti di bulli e baby gang. «Anche se non sono pervenute denunce sui fatti messi in evidenza, ogni evento verrà approfondito nelle sue cause e nei comportamenti dei protagonisti, al fine di individuare i responsabili», promette il prefetto, a margine del Comitato per l’ordine e la sicurezza pubblica che si è riunito ieri per affrontare non solo il tema della sicurezza in vista del Ferragosto e l’emergenza incendi, ma soprattutto il problema della violenza giovanile. Si parte da un presupposto: «Nel recente passato nessun episodio è stato tollerato e tutti i responsabili sono stati assicurati alla giustizia, anche grazie alle riprese delle videocamere di sorveglianza». Il bilancio parla chiaro: 7 giovani denunciati dalla Squadra Mobile per i pestaggi di piazza della Repubblica (5 giugno) e di via Matteotti (19 luglio). Ma non basta: serve uno sforzo ulteriore perché i baby teppisti non si placano. E allora, la Prefettura spinge il piede sull’acceleratore delle indagini. Il video dell’aggressione di via Novelli (un ragazzo accerchiato da tre giovani e preso a calci e pugni da uno di loro) in possesso del Corriere Adriatico è al vaglio della polizia, come anche i filmati ripresi nei sotterranei del park Stamira, dove un gruppo di minorenni era solito radunarsi per bere e drogarsi.
Ma proprio perché si tratta di giovanissimi, il Comitato per la sicurezza ritiene «indispensabili percorsi rieducativi volti a far comprendere non solo il danno procurato alle vittime, ma anche l’irreparabile danno per i responsabili che, avviati a comportamenti antisociali, vedranno fortemente limitate le possibilità di raggiungere un adeguato inserimento nella società della quale, invece, dovrebbero rappresentare il futuro positivo».
Corriere Adriatico