OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
Tutto il sito - Mese
6,99€ 1 € al mese x 12 mesi
oppure
1€ al mese per 3 mesi
Tutto il sito - Anno
79,99€ 9,99 € per 1 anno
ANCONA - Una mazzata tremenda. Proprio in vista di Ferragosto, il momento clou della stagione. La mareggiata di questi giorni, che non è certo scemata, ha messo in ginocchio gli operatori della baia che hanno visto ridursi di tanto le spiagge, sia libere che degli stabilimenti, ridotte della metà in alcuni tratti. E nulla ha potuto il palleggiamento bis operato tra Ramona ed il molo che è stato solo uno sperpero di denaro pubblico, visto che è stato effettuato quando si sapeva che sarebbe arrivato il mare grosso. Tra gli operatori c’è chi, come Paolo Bonetti, è costretto a mandare la disdetta a quanti avevano prenotato l’ombrellone nelle prossime settimane per assoluta mancanza di spazio.
Persi più metà degli ombrelloni
«In pratica – afferma Bonetti – ho perso più della metà degli ombrelloni in spiaggia e quindi, considerato che sarà impossibile ripristinarla anche se il mare tornerà a calmarsi, non ho potuto fare altrimenti.
Le aspettative
Ma quali sono le aspettative per il prossimo anno quando, è stato promesso, verrà effettuato un ripascimento più radicale? «Spero che si decida di intervenire in maniera risolutiva - riprende Renzetti - Magari non pensando solo ad un ripascimento ma anche a progettare interventi che possano stabilizzare la costa. Non solo immissione di materiale, che alla fine porta danno all’intero ecosistema, ma anche interventi in mare. Penso, ad esempio, a barriere sommerse in grado di mettere in sicurezza spiagge ed immobili. So che i tecnici stanno lavorando a vari progetti – conclude – e spero proprio che il prossimo anno il problema dell’erosione venga risolto». Gianni Boriani, dello stabilimento Franco, ritorna su un concetto già espresso diverse volte. «Secondo me – dice- il primo intervento da fare è quello di sistemare il molo. Allungandolo e rinforzandolo, in modo da rappresentare un primo argine alla forza del mare, oltre ad utilizzarlo sia per quanto riguarda l’attracco del gommone di salvataggio sia per accogliere natanti in difficoltà. Partire da questo per poi proteggere adeguatamente le spiagge con un intervento radicale che duri almeno per qualche anno».
Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico