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ANCONA - Tutti a processo. Si è conclusa con un rinvio a giudizio degli indagati l’udienza preliminare del procedimento nato dal crollo del cavalcavia che il 9 marzo 2017 fece due vittime sulla corsia nord dell’A14, tra i caselli di Loreto e Ancona sud.
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Il processo si aprirà tra quasi un anno: il 21 settembre davanti al giudice monocratico Carlo Cimini. A difendersi dalle accuse formulate dal pm Irene Bilotta saranno 18 persone fisiche, tra cui progettisti, funzionari e dirigenti delle 4 società tirate in ballo dalla procura (anch’esse figurano nella lista degli indagati): Autostrade per l’Italia, Delabech Srl (ditta esecutrice dell’opera di innalzamento del ponte) Pavimental Spa (azienda appaltante) e Spea Engineering Spa (fase progettuale).
Le imputazioni
Le accuse, contestate a vario titolo agli imputati, sono di cooperazione in omicidio colposo, crollo colposo e violazioni in materia di sicurezza.
Da Autostrade alle ditte satelliti, ecco gli accusati
A processo, per Autostrade per l’Italia, andranno i responsabili del procedimento e dei lavori (in differenti archi temporali) Giovanni Scotto Lavina, Guido Santini e Sergio Paglione. Per la società in house Pavimental ci sono l’amministratore delegato Franco Tolentino Alberto Di Bartolomeo, rappresentante dell’appaltatore, Vittorio Banella, direttore di cantiere, Gennaro Di Lorenzo, direttore tecnico e Pierpaolo Cappelletti, capo cantiere. Per la società di progettazione dei lavori, la Spea Engeneering, il processo è per Raffaele Ricco, progettista, Alberto Selleri, progettista e ingegnere direttore tecnico, Giuseppe Giambalvo, progettista, il direttore dei lavori Francesco Morabito, e Francesco D’Alterio, coordinatore in materia di sicurezza e salute. Per la Delabech, l’azienda che materialmente ha eseguito i lavori, sul banco degli imputati il legale rappresentante Riccardo Bernabò Silorata, il socio Stefano Lazzerini, Luigi Ferretti, direttore tecnico del cantiere, Nicola Chieti, capo cantiere, e Roberto Marnetto, progettista.
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