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ANCONA - C’è un motivo in più per restare a casa e il Covid non c’entra: l’inquinamento dell’aria ha raggiunto livelli insostenibili. Al punto da rendere obbligatori provvedimenti da parte del Comune
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I dati
È l’Arpam a evidenziare la criticità del momento che Ancona condivide con gran parte delle Marche e del resto di Italia.
Dall’Arpam confermano: «Tale situazione ha determinato per cinque giorni consecutivi il superamento del limite consentito di PM10 (50 µg/m3) rilevato dalle centraline fisse Arpam, a partire da quella di Ancona Stazione, dal 7 all’11 novembre». Livelli sempre alti (con l’asticella a 74, 92, 75 e 93 quando il limite è 50) ma che hanno toccato un record domenica con un 132 davvero significativo. Anche l’altra centralina, situata all’interno del parco della Cittadella, ha mostrato degli sforamenti sebbene in numero e misura minori: sono inaftti 3 nel medesimo periodo. Qui il picco è di 67 e si riferisce a mercoledì.
Dalla agenzia regionale per l’ambiente, infine, fanno sapere che «Arpam è in sollecito contatto con le autorità locali interessate, per informazione e supporto in merito ai provvedimenti del caso». Che non possono essere dilazionati, anche in considerazione del meteo che sebbene indichi qualche pioggia non è destinato a cambiare.
Il traffico
«Il contesto degli sforamenti è generalizzato il tutto il Nord e Centroitalia» dice dal canto suo Michele Polenta, assessore comunale all’Ambiente. La conclusione: «Stiamo valutando alcune azioni per cercare di migliorare la qualità dell’aria ma è una situazione molto complessa». Già oggi potrebbero essere resi noti. Tra quelli che ovviamente sono sul tavolo c’è una limitazione al traffico delle auto: si tratta di capire fino a che punto ci si vorrà spingere. Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico