ANCONA - C’è un motivo in più per restare a casa e il Covid non c’entra: l’inquinamento dell’aria ha raggiunto livelli insostenibili. Al punto da rendere obbligatori provvedimenti da parte del Comune
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I dati
È l’Arpam a evidenziare la criticità del momento che Ancona condivide con gran parte delle Marche e del resto di Italia. La concomitanza di fenomeni atmosferici - alta pressione, mancanza di precipitazioni, assenza di vento - e accensione dei termosifoni, insieme alla densità di automobili, hanno portato a cinque sforamenti consecutivi dei limiti di Pm10. Per quanto riguarda ieri sforamenti segnalati anche a Chiaravalle (53), Falconara Alta (60), Jesi (60). Fuori dai limiti di ieri anche le rilevazioni dell’ozono.
Dall’Arpam confermano: «Tale situazione ha determinato per cinque giorni consecutivi il superamento del limite consentito di PM10 (50 µg/m3) rilevato dalle centraline fisse Arpam, a partire da quella di Ancona Stazione, dal 7 all’11 novembre».
Dalla agenzia regionale per l’ambiente, infine, fanno sapere che «Arpam è in sollecito contatto con le autorità locali interessate, per informazione e supporto in merito ai provvedimenti del caso». Che non possono essere dilazionati, anche in considerazione del meteo che sebbene indichi qualche pioggia non è destinato a cambiare.
Il traffico
«Il contesto degli sforamenti è generalizzato il tutto il Nord e Centroitalia» dice dal canto suo Michele Polenta, assessore comunale all’Ambiente. La conclusione: «Stiamo valutando alcune azioni per cercare di migliorare la qualità dell’aria ma è una situazione molto complessa». Già oggi potrebbero essere resi noti. Tra quelli che ovviamente sono sul tavolo c’è una limitazione al traffico delle auto: si tratta di capire fino a che punto ci si vorrà spingere.