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ANCONA - È possibile che il sindaco dica una cosa e gli uffici ne facciano un’altra? Sì. Titolo: la pista ciclabile degli Archi. Svolgimento: Silvetti la vuole portare sotto-mura, gli uffici comunali approvano il progetto originale. Conclusioni: il sindaco lo blocca.
La storia
Riavvolgiamo il nastro. La storia risale ai tempi della precedente amministrazione comunale. La giunta Mancinelli aveva avviato l’iter per la realizzazione della pista ciclabile di via Marconi fino a via XXIX Settembre. Il centrodestra, all’ora all’opposizione, aveva sempre lanciato sassate sul progetto, considerato troppo dispendioso e con ricadute per niente positive sulla città.
L’alt
Dunque lo scorso 26 giugno il Comune ha approvato il progetto esecutivo. A questo punto l’opera deve solo andare in appalto per essere realizzata. «Per adesso fermiamo tutto - afferma Silvetti -. Stiamo valutando questo progetto alternativo, ne ho già parlato con l’assessore ai Lavori pubblici, Stefano Tombolini, che a sua volta si è relazionato con i tecnici comunali. Ho chiesto la scheda tecnica dell’opera per fare tutti i dovuti approfondimenti». Ma intanto il tempo passa, e bisognerà pur prendere una decisione. «La settimana in arrivo scioglieremo la prognosi» assicura il sindaco. Ma resta, a questo punto, da capire cosa si farà, nel caso non fosse possibile spostare il tracciato sul livello sottostante la proménade di via XXIX Settembre. «Faremo una valutazione in giunta comunale - spiega Silvetti - analizzando il rapporto costi-benefici. Onestamente io resto molto perplesso verso quest’opera. Ma non solo io, anche i residenti e gli esercenti della zona».
Le risorse
C’è, però, un aspetto da tenere conto: ed è quello delle risorse ministeriali stanziate. Nel caso la giunta comunale decidesse di bocciare la ciclabile, quei 600mila euro andrebbero in fumo perché non potrebbero essere reinvestiti in altre opere. Benché Silvetti abbia già detto che «non tutto ciò che si perde è un danno», rimane il fatto che si è presentata un’opportunità alla città e questa verrebbe gettata come se nulla fosse. A meno che, ed è ciò che si augura il sindaco, l’autorità portuale non dia l’ok per lo spostamento.
Andrea Maccaron Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico