ANCONA - Il processo per l’untore dell’Hiv Claudio Pinti potrebbe arrivare in tempi brevi, se non brevissimi. A soli quattro mesi dall’esecuzione della misura...
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
Tutto il sito - Mese
6,99€ 1 € al mese x 12 mesi
Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese
oppure
1€ al mese per 3 mesi
Tutto il sito - Anno
79,99€ 9,99 € per 1 anno
Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
La prima contestazione era già contenuta nel dispositivo firmato dal gip che ha portato Pinti dietro le sbarre, mentre la seconda si è aggiunta all’inchiesta in un secondo momento, quando in procura è arrivato l’esposto dei familiari di Giovanna, l’ex convivente di Pinti, morta nel giugno 2017 per una patologia tumorale connessa all’Hiv. Un virus mai curato (escludendo i mesi in cui stava portando avanti una gravidanza) che, stando alle accuse, le avrebbe trasmesso lo stesso 35enne. La donna, deceduta a 32 anni, aveva scoperto di essere infetta nel 2009. Pinti, invece, almeno un anno prima. Vittima dell’ex autotrasportatore, che prima dell’arresto si era buttato nel trading finanziario, anche la sua ultima fiamma, quella Romina che appena ha saputo di aver contratto il virus non ha esitato a denunciarlo, dando vita all’inchiesta coordinata dai pm Irene Bilotta e Marco Pucilli. Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico