Ancona, l'untore verso il processo
Pinti accusato anche di omicidio

Claudio Pinti
Claudio Pinti
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Giovedì 1 Novembre 2018, 05:15 - Ultimo aggiornamento: 11:39
ANCONA - Il processo per l’untore dell’Hiv Claudio Pinti potrebbe arrivare in tempi brevi, se non brevissimi. A soli quattro mesi dall’esecuzione della misura cautelare che ha portato l’ex autotrasportatore di 35 anni in carcere, la procura ha chiuso le indagini preliminari sulla vicenda esplosa lo scorso giugno e seguita sul campo dagli investigatori della Squadra Mobile. Nell’avviso di conclusione dell’iter investigativo fatto recapitare alla difesa, rappresentata dall’avvocato Maria Alessandra Tatò, ci sono due reati contestati: lesioni personali gravissime e omicidio volontario aggravato. 

La prima contestazione era già contenuta nel dispositivo firmato dal gip che ha portato Pinti dietro le sbarre, mentre la seconda si è aggiunta all’inchiesta in un secondo momento, quando in procura è arrivato l’esposto dei familiari di Giovanna, l’ex convivente di Pinti, morta nel giugno 2017 per una patologia tumorale connessa all’Hiv. Un virus mai curato (escludendo i mesi in cui stava portando avanti una gravidanza) che, stando alle accuse, le avrebbe trasmesso lo stesso 35enne. La donna, deceduta a 32 anni, aveva scoperto di essere infetta nel 2009. Pinti, invece, almeno un anno prima. Vittima dell’ex autotrasportatore, che prima dell’arresto si era buttato nel trading finanziario, anche la sua ultima fiamma, quella Romina che appena ha saputo di aver contratto il virus non ha esitato a denunciarlo, dando vita all’inchiesta coordinata dai pm Irene Bilotta e Marco Pucilli. 
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