ANCONA - L’hanno trovato a terra, sanguinante, sotto choc. Era stato appena travolto da una gragnuola di colpi. Pugni e calci in faccia e allo stomaco, al culmine di...
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Il dubbio sul suo stato di salute è legato al fatto che, una volta curato al pronto soccorso di Torrette, se n’è andato prima ancora di ricevere il referto medico. Una sorpresa anche per gli agenti delle Volanti che, arrivati all’ospedale all’alba per raccogliere la sua testimonianza, non l’hanno più trovato. Del ragazzo si conoscono le generalità, ma adesso toccherà a lui decidere cosa fare. La polizia procederà solo su querela di parte, dal momento che in mano ha un referto senza prognosi e, comunque, si tende ad escludere lesioni gravi e l’uso di armi durante la colluttazione. «Non lo conoscevo, stavo parlando con una ragazza», sono le uniche parole comprensibili che il 23enne ha riferito al personale del 118 e della Croce Rossa durante le operazioni di soccorso. Per il resto, non ha fornito indicazioni utili per ricostruire quanto accaduto e risalire all’aggressore o agli aggressori, perché non è escluso che sia stata più di una persona a colpirlo a terra, senza dargli la possibilità di difendersi dai pugni e dai calci che gli sono arrivati in pieno volto. Provvidenziale sarebbe stato l’intervento di un amico che in qualche modo è riuscito a sedare la rissa e a chiamare aiuto. È stato impossibile per gli inquirenti indagare sui motivi della scazzottata, scoppiata all’uscita della discoteca forse per una ragazza contesa. Ma il passato del 23enne, che ha precedenti per spaccio di stupefacenti, lascia aperta ogni ipotesi, anche quella di un regolamento di conti.
Ancor più misteriose sono le ragioni per cui il ferito ha deciso di defilarsi dal pronto soccorso dopo le prime cure. Doveva sottoporsi a ulteriori accertamenti per escludere complicazioni a seguito dei colpi subiti, ma ha preferito andarsene senza dire niente ai medici. Perché? Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico