Writers, falò con i cestini e teppisti spacca-vetrate: Passetto, come sei ridotto

Fuochi accesi dai clochard per riscaldarsi, scritte e balaustre distrutte dai vandali

Writers, falò con i cestini e teppisti spacca-vetrate: Passetto, come sei ridotto
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ANCONA Dopo i writers scatenati e i teppisti spaccatutto, ci mancavano solo i falò notturni. Con i cestini in ghisa rubati in pineta (e danneggiati). Non c’è pace al Passetto, sempre più terra di nessuno, al di là del maxi-cantiere (in maxi-ritardo) che renderà la scalinata più bella, si spera prima dell’inizio della stagione balneare. L’ultimo allarme è scattato ieri mattina, quando in riva al mare sono stati trovati dei cestini bruciacchiati (nella foto concessa da Aristogitone Lantieri). Erano stati usati gruppo di migranti che ormai da un anno e mezzo vive ai piedi dell’ascensore.

 

La sorpresa

Li hanno riempiti di carta e di materiale combustibile che hanno dato alle fiamme per riscaldarsi durante la notte. Laggiù, in quegli accampamenti fronte mare, il vento tira forte e l’umidità penetra nelle ossa. Nelle scorse settimane almeno quattro di questi disperati, perlopiù pakistani in attesa di ricevere l’agognato permesso di soggiorno e senza un alloggio in cui ripararsi, hanno dovuto chiedere l’intervento del 118 perché alle prese con attacchi influenzali e stati di ipotermia.

A mali estremi, estremi rimedi: l’altra notte hanno acceso dei falò con i cestini del Comune, prelevati dalla pineta e portati sotto l’ascensore. Della loro mancanza si sono accorti, ieri mattina, gli operatori di Anconambiente che non hanno trovato i contenitori dell’immondizia. Erano in spiaggia, tutti bruciacchiati. Da qui sono stati recuperati e riportati in pineta. Sul posto, anche la polizia locale.

L’accampamento

I migranti, nel frattempo, sono rimasti al loro posto, tra coperte e sacchi a pelo. Non una novità. L’estate scorsa erano abituati a dormire sui lettini dello stabilimento balneare, per la “gioia” degli stagionali. L’ennesimo sfregio al luogo del cuore l’hanno dato i vandali. E non parliamo solo dei writers che hanno imbrattato tutto quel che c’era da imbrattare, dal Monumento - ricoperto di mielose dediche d’amore - alle panchine, ma anche di quelli che hanno devastato le vetrate in cristallo nella parte superiore del bar del Passetto, proprio di fronte allo stabilimento balneare. Una tradizione che si rinnova di anno in anno, per la disperazione del proprietario Claudio Cerusico.

Un branco di vandali le ha abbattute a sassate. I vetri in frantumi sono finiti nella parte superiore del bar, dove nel periodo estivo si posizionano i lettini, altri sono caduti sulla sottostante pavimentazione. Una situazione quanto mai pericolosa perché lungo il camminatoio che conduce dall’ascensore alla Seggiola del Papa il transito delle persone di certo non manca.

«Ogni anno è così, c’è qualcuno che si diverte a sfondare le vetrate - allarga le braccia Cerusico, titolare dello stabilimento balneare -. Purtroppo per motivi di sicurezza nel periodo invernale non possiamo smontarle in quanto vengono bloccate e siliconate nella fase del montaggio, ma ogni anno è sempre la stessa storia. Avevamo pensato di sostituirle con pannelli in ferro ma questa soluzioni avrebbe in qualche maniera penalizzato la nostra clientela che invece di vedere il panorama dal lettino si sarebbe trovato davanti una chiusura metallica. Vetrate o pannelli che siano, non possono essere tolti per motivi di sicurezza in quanto servono per alzare il parapetto». E allora, ci hanno pensato i vandali a distruggerle. «Dopo una certa ora la spiaggia è terra di nessuno - reclama Cerusico -, servono telecamere per tenere sotto controllo questa zona». E invece il luogo del cuore, il gioiello per eccellenza della Dorica, continua ad essere calpestato, snobbato. Gli homeless sono al loro posto senza che nessuno li aiuti, gli imbrattatori seriali colpiscono impuniti, il tirassegno alle vetrate è un evergreen. Tutto bene così?

 

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Corriere Adriatico