Papà ucciso da un cavo in banchina Il pm ordina una perizia sulla cima killer

La manifestazione per Luca Rizzeri (nel riquadro)
ANCONA - Una perizia sulla cima che ha ucciso Luca, lunedì mattina sulla banchina 23 del porto di Ancona. La disporrà la procura per chiarire le cause per cui...

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ANCONA - Una perizia sulla cima che ha ucciso Luca, lunedì mattina sulla banchina 23 del porto di Ancona. La disporrà la procura per chiarire le cause per cui all’improvviso, all’alba di lunedì, il cavo si è spezzato a metà durante le operazioni di ormeggio della nave portacontainer Bf Philipp. Una carenza di manutenzione? Un errore nella manovra? Oppure un problema di usura? A stabilirlo dovrà essere un perito che verrà incaricato dal pm Rosario Lioniello di svolgere un accertamento tecnico sui due tronconi del cavo-killer, sequestrato dalla Guardia Costiera.


 

Gli accertamenti
Secondo una prima ricostruzione, lo spring di prora era stato regolarmente assicurato alla bitta posizionata sulla banchina 23, dove si trovava Luca Rizzeri, dipendente dell’agenzia Archibugi, impegnato nelle operazioni di carico-scarico della merce. Per motivi al vaglio degli inquirenti, nella manovra di ormeggio del container ship, battente bandiera portoghese ma di proprietà di un armatore genovese, la cima è andata in tensione, ha accumulato resistenza e poi si è spezzata, in un punto più vicino alla nave: il giovane papà, che era di spalle, è stato raggiunto al collo da una frustata tremenda che non gli ha lasciato scampo. 

Il dolore
Ieri è stato anche il giorno del dolore. Con le lancette che segnavano le 12, una delegazione sindacale guidata da Valeria Talevi, Roberto Ascani e Giorgio Andreani, segretari generali di Filt Cgil, Fit Cisl e Uil Trasporti, ha gettato in mare un mazzo di garofani – proprio dalla banchina 23 – mentre le sirene delle navi risuonavano per commemorare il fratello scomparso. La toccante cerimonia è stata preceduta da un’ora di sciopero e dal sit in di sindacati e lavoratori. La somma raccolta dallo sciopero verrà devoluta alla moglie ed ai due figli di Luca. Nel pomeriggio, i sindacati hanno ribadito la necessità di rendere la sicurezza una priorità nel mondo del lavoro anche in due incontri, già calendarizzati, con l’Autorità di sistema portuale e con la Prefettura di Ancona. Dal primo, si è usciti con l’ipotesi di costituire un Osservatorio permanente sulla sicurezza che veda la partecipazione di tutto il cluster portuale, con l’obiettivo di analizzare criticità, condividere analisi e proporre soluzioni perché tragedie come questa non si ripetano ancora.

L’appello

Infine, l’imprenditore Alberto Rossi ha lanciato un appello affinché tutta la città di Ancona, e non solo l’ambito portuale, partecipino con un minuto di silenzio o con altri segni di concreta solidarietà al lutto per la morte di Rizzeri. «Sarebbe giusto - ha detto - trovare il modo di fermare simbolicamente il porto, coinvolgendo anche la città, in un minuto di silenzio che si concluda con le sirene delle navi e della Fincantieri per aprirci in un abbraccio alla famiglia o comunque pensare ad un qualsiasi gesto che faccia comprendere la vicinanza della nostra comunità alla famiglia di quel povero ragazzo». Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico