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ANCONA - L’ospedale regionale è già saturo di pazienti Covid: 4 in rianimazione, 20 nei reparti ordinari. Aumentare la disponibilità di posti letto? Torrette frena: meglio chiedere uno sforzo agli altri presidi della regione perché estendere l’area intensiva Covid attivando un altro blocco di 4 postazioni significherebbe intaccare il Blocco operatorio, già abbondantemente penalizzato durante la fase acuta della pandemia, e ridurne la produttività, proprio nel bel mezzo di una ripresa in cui si sta cercando di recuperare il terreno perduto.
Il messaggio, chiarissimo, è stato trasmesso dai vertici di Torrette all’Asur, in vista della lenta ma inesorabile avanzata dei contagi, 59 nella sola provincia di Ancona nelle ultime 24 ore su 255 a livello regionale.
Nessuno di loro si è vaccinato, escluso uno che si è sottoposto solo alla prima dose. Venti sono, invece, i pazienti ricoverati nei reparti non intensivi delle Malattie Infettive: solo 6 hanno completato la profilassi, mentre 14 non sono vaccinati, come non lo sono - vista la tenera età - i due bambini, risultati positivi al virus, in osservazione presso la Pediatria del Salesi, le cui condizioni non destano comunque preoccupazione. «I reparti Covid si stanno progressivamente saturando, il trend è in aumento, ma riteniamo che non sarà come l’ondata dell’agosto-settembre 2020» sostiene il professor Andrea Giacometti, direttore della clinica di Malattie Infettive.
Resta un problema di gestione nel caso in cui arrivasse il 21° paziente positivo da ricoverare a Torrette, come peraltro è già successo la scorsa settimana. «Si tratterebbe di collocarlo in isolamento in un’area non Covid, per questo sarebbe importante allestire posti letto anche in altri ospedali della provincia: se riuscissimo ad arrivare a 100-150 posti Covid in tutta la regione, potremmo contenere bene la nuova ondata». L’età media dei pazienti si è abbassata. «Siamo sui 50 anni - spiega Giacometti -. Ci è capitato di ricoverare un ragazzo di 20 anni con problemi di obesità che tre giorni dopo si sarebbe dovuto vaccinare e ha rischiato di essere intubato, oltre a due 25enni dichiaratamente no vax, convinti che la loro polmonite non fosse dovuta al Covid. Gli anziani? Ne vediamo molti meno, grazie ai vaccini e al trattamento con anticorpi monoclonali». Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico