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ANCONA - Il punto di saturazione è di nuovo a un soffio. Mentre le Marche, nell’estenuante guerra al Coronavirus, stanno per riconquistare posizioni in zona gialla, ieri agli Ospedali Riuniti delle 118 postazioni-Covid 96 erano occupate. Nel presidio di Torrette, in rianimazione si contavano 16 ricoveri sui 19 possibili. E il bollettino ufficiale delle 10 lasciava l’amaro in bocca: un paziente non ha retto l’onda d’urto del virus.
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Sull’altro lato della medaglia era scritto dei sei pazienti dimessi e della corsa senza sosta al vaccino.
La frenata arriva, invece, sul fronte del pronto soccorso: il 1° febbraio sarebbero dovuti riprendere i lavori per l’ampliamento del pronto soccorso, ma le impennate della pandemia potrebbero intaccare il cronoprogramma. Gli interventi necessari ridurrebbero di molto lo spazio a disposizione. Si dovrebbe rinunciare, temporaneamente, a due stanze il che potrebbe essere incompatibile con i contagi, che non danno tregua. Ieri, secondo il consueto bollettino regionale, se ne sono contati altri 688 tra le nuove diagnosi: 212 erano in provincia di Ancona. Quattro le vittime: una 70enne di Ancona, un 82enne e una 96enne di Senigallia, e un 94enne di Loreto.
Ma a rovesciarla di nuovo, la medaglia dei pro e i contro dell’esistenza, si ammira in filigrana il gesto, tutto cuore e riconoscenza, compiuto da Francesco Merloni. L’ex ministro fabrianese ed presidente onorario della Ariston Thermo, ricoverato lo scorso settembre a Torrette perché positivo al Covid, ha voluto tradurre nella levità di un dono il suo grazie per essere riuscito a liberarsi dalla morsa del virus. La gratitudine ai suoi 34 angeli custodi, tra medici, infermieri e operatori sanitari, l’ha voluta convertire in altrettanti buoni di Natale. Unico ostacolo tra la sua nobiltà d’animo e la messa in pratica è un cavillo. Il codice etico dell’azienda e le regole dettate dall’Autorità nazionale anticorruzione stabiliscono che un dipendente pubblico non può ricevere un regalo, per merito delle proprie prestazioni, che superi i 150 euro di valore. Ed è questo il caso. Così al motto di «non posso permettere che la burocrazia uccida la generosità» è sceso in campo Antonello Maraldo. Il direttore amministrativo degli Ospedali Riuniti ha scritto direttamente all’Anac per chiedere una deroga. Perché al cuore non si comanda.
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Corriere Adriatico