Ore 22, tutti a casa per il coprifuoco. E la città si svuota. Alle 5 escono solo operai e runner

Ore 22, tutti a casa per il coprifuoco. E la città si svuota. Alle 5 escono solo operai e runner
ANCONA - Ore 22, scatta il coprifuoco. La città si svuota, più di quanto già non lo fosse, con i locali chiusi già alle 18. Al rumore del traffico...

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ANCONA - Ore 22, scatta il coprifuoco. La città si svuota, più di quanto già non lo fosse, con i locali chiusi già alle 18. Al rumore del traffico subentra una cortina di silenzio, sempre più profondo, più ovattato. Le ultime persone ancora in giro, uscite dal lavoro, s’affrettano verso casa. Ancona piomba nel deserto.

 

 

Brillano le luci del centro, accarezzato da un vento non ancora invernale. Dalle finestre filtra il chiacchiericcio delle tv. Percorri corso Garibaldi e l’eco dei passi rimbalza sulle pareti dei palazzi. Senti scrosciare l’acqua della fontana dei Cavalli in una piazza Roma così glaciale nella sua solitudine, attraversata solo dalla guardia giurata che controlla i negozi e dal camioncino di Anconambiente che si preoccupa della pulizia. È l’unico elemento di disturbo di una colonna sonora altrimenti dominata dal cicaleccio degli uccellini di piazza Cavour. Il Viale della Vittoria assomiglia a un quadro impressionista, così statico da far credere che neanche le foglie cadano dagli alberi. Il Monumento, algido nel suo candore abbagliante, illumina la notte di un Passetto insolitamente quieto. Ma il vero choc è in piazza del Papa: qui sì che realizzi la potenza del lockdown. Sono lontani i tempi della movida, spazzata via dagli ultimi Dpcm.

La statua di Clemente XII benedice il nulla. La piazza dei drink, del divertimento, delle ore piccole, adesso sembra un fermo immagine, una cartolina d’annata: nulla si muove nell’ex regno del by night. È mezzanotte, la sirena della Fincantieri squarcia il silenzio surreale e segna la fine dell’ultimo turno. Segnali di vita. Dalle sbarre del porto esce qualche auto, i lavoratori in bicicletta guadagnano la via di casa. Passa un autobus, vuoto come la città. Che solo alle 5, cessato il coprifuoco, esce lentamente dal suo letargo di 7 ore. È un ritorno alla vita “normale”. Qua e là spuntano runner impegnati nella loro seduta di jogging, sul Corso e al Viale. I forni accendono le luci. Sotto gli Archi, in via Marconi, i più mattinieri, ansiosi di mettere la testa fuori di casa, portano il cane a fare i bisogni. Le edicole aprono in attesa della consegna dei quotidiani. Riprende il tran tran quotidiano. Ormai si è fatto giorno. La prima notte del coprifuoco è alle spalle. Ma da stasera alle 22 si ricomincia. Bisognerà farci l’abitudine: sarà così almeno fino al 24 novembre, sperando che questa sia la misura più efficace per fermare il virus e la paura. 
 

 

 

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Corriere Adriatico