ANCONA - Ore 22, scatta il coprifuoco. La città si svuota, più di quanto già non lo fosse, con i locali chiusi già alle 18. Al rumore del traffico subentra una cortina di silenzio, sempre più profondo, più ovattato. Le ultime persone ancora in giro, uscite dal lavoro, s’affrettano verso casa. Ancona piomba nel deserto.
Brillano le luci del centro, accarezzato da un vento non ancora invernale.
La statua di Clemente XII benedice il nulla. La piazza dei drink, del divertimento, delle ore piccole, adesso sembra un fermo immagine, una cartolina d’annata: nulla si muove nell’ex regno del by night. È mezzanotte, la sirena della Fincantieri squarcia il silenzio surreale e segna la fine dell’ultimo turno. Segnali di vita. Dalle sbarre del porto esce qualche auto, i lavoratori in bicicletta guadagnano la via di casa. Passa un autobus, vuoto come la città. Che solo alle 5, cessato il coprifuoco, esce lentamente dal suo letargo di 7 ore. È un ritorno alla vita “normale”. Qua e là spuntano runner impegnati nella loro seduta di jogging, sul Corso e al Viale. I forni accendono le luci. Sotto gli Archi, in via Marconi, i più mattinieri, ansiosi di mettere la testa fuori di casa, portano il cane a fare i bisogni. Le edicole aprono in attesa della consegna dei quotidiani. Riprende il tran tran quotidiano. Ormai si è fatto giorno. La prima notte del coprifuoco è alle spalle. Ma da stasera alle 22 si ricomincia. Bisognerà farci l’abitudine: sarà così almeno fino al 24 novembre, sperando che questa sia la misura più efficace per fermare il virus e la paura.