Omicidio della pittrice anconetana, il figlio Simone in carcere scrive un libro. «Ma ormai la mia vita è finita»

Omicidio della pittrice, il figlio Simone in carcere scrive un libro. «Ma ormai la mia vita è finita»
«Quando mi hanno trasferito dal carcere di Lanciano a quello di Pescara i momenti di sconforto sono sempre maggiori. Ormai sono morto, tutta la mia vita è stata...

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«Quando mi hanno trasferito dal carcere di Lanciano a quello di Pescara i momenti di sconforto sono sempre maggiori. Ormai sono morto, tutta la mia vita è stata cancellata e la mia morte renderebbe felici tutti. Preso il mostro farà presto quello che è giusto, non servono processi, ormai è ergastolo, quindi si soffrirà molto meno con la mia “soluzione”. Come ultimo desiderio chiedo di poter salutare mia figlia, tutto qui, ora dovrà solo trovare le forze e il coraggio di togliere il disturbo». Lo sostiene in una lettera inviata al Messaggero da Simone Santoleri, in carcere con l'accusa di ucciso a Giulianova la madre, la pittrice Renata Rapposelli, che viveva ad Ancona, in concorso con il padre Giuseppe, ex marito della vittima, e di aver occultato il cadavere, poi ritrovato in un anfratto lungo il fiume Chienti, a Tolentino.


Dal carcere di Castrogno era stato trasferito a Lanciano dopo che era entrato in contrasto con due detenuti da lui ritenuti «collaboratori di giustizia» e che gli avrebbe estorto alcune confidenze. A Lanciano dichiara di aver ricevuto conforto dal cappellano del carcere, don Bruno, e aveva deciso di frequentare corsi di catechismo. «Con il trasferimento a Pescara ho perso ogni speranza». Poi rivela di aver iniziato a scrivere la sua storia che arriva fino all’età di 40 anni e chiede se «ci possa essere qualche editore interessato a questa vita assurda che il destino ha voluto riservarmi. Oggi ho 45 anni e quando avrà la condanna “fine pena mai”, mi sarà tolta ogni speranza ma quello che sto scrivendo è sicuramente interessante. In cella con me c’è un detenuto che ha avuto la stessa idea e lui un editore l’ha già trovato. Se poteste aiutarmi, è il mio ultimo desiderio, mi dareste un attimo di felicità».
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Corriere Adriatico