«Quando mi hanno trasferito dal carcere di Lanciano a quello di Pescara i momenti di sconforto sono sempre maggiori. Ormai sono morto, tutta la mia vita è stata...
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Dal carcere di Castrogno era stato trasferito a Lanciano dopo che era entrato in contrasto con due detenuti da lui ritenuti «collaboratori di giustizia» e che gli avrebbe estorto alcune confidenze. A Lanciano dichiara di aver ricevuto conforto dal cappellano del carcere, don Bruno, e aveva deciso di frequentare corsi di catechismo. «Con il trasferimento a Pescara ho perso ogni speranza». Poi rivela di aver iniziato a scrivere la sua storia che arriva fino all’età di 40 anni e chiede se «ci possa essere qualche editore interessato a questa vita assurda che il destino ha voluto riservarmi. Oggi ho 45 anni e quando avrà la condanna “fine pena mai”, mi sarà tolta ogni speranza ma quello che sto scrivendo è sicuramente interessante. In cella con me c’è un detenuto che ha avuto la stessa idea e lui un editore l’ha già trovato. Se poteste aiutarmi, è il mio ultimo desiderio, mi dareste un attimo di felicità».
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Corriere Adriatico