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ANCONA - Influenza, eccessi a tavola, abusi etilici, incidenti stradali e domestici. E gli immancabili casi sospetti o accertati di Covid. Ma anche tante polmoniti che non dipendono dal virus, ma richiedono comunque l’ospedalizzazione. Il Pronto soccorso di Torrette è di nuovo in tilt. Lunedì la situazione era drammatica: 135 accessi in un giorno, con un’incidenza del 60% di codici verdi e tempi d’attesa che si sono protratti per ore. La giornata di ieri non è stata meno complessa.
Si sono registrati picchi di 50-60 pazienti in attesa nel pomeriggio. La media si attesta sui valori stagionali, ma gli ingressi, rispetto alle scorse settimane, sono quasi raddoppiati. Quanto basta per mandare in apnea il punto di prima emergenza dell’ospedale regionale, dove le ambulanze vanno e vengono e lo stress lavorativo è salito alle stelle. «Si stanno verificando tante polmoniti no-Covid - fanno sapere dall’Azienda ospedaliera -, ma anche le prime forme influenzali e le conseguenze degli eccessi a tavola, durante le festività, si stanno facendo sentire». Il problema si acuisce in prospettiva: a gennaio è prevista la prima vera ondata influenzale che aggraverà la situazione e la pressione sul Pronto soccorso e, in generale, sul nosocomio regionale che deve già fare i conti con un altro imprevisto: il doppio cluster Covid scoppiato in due reparti. La Clinica di Cardiologia ieri è stata chiusa per effettuare una bonifica integrale. Alcuni medici e infermieri hanno contratto il Covid. Fonti ospedaliere imputano il contagio a un paziente che si sarebbe positivizzato successivamente all’ingresso all’ospedale, dopo che al tampone molecolare era risultato negativo. Il virus si è trasmesso ad altri 5 pazienti che sono stati subito trasferiti nei reparti specializzati. Il personale positivo è in quarantena, mentre gli operatori che hanno scampato l’infezione sono stati collocati nella Divisione di Cardiochirurgia. Nel frattempo, è stato aperto un piccolo reparto provvisorio per la Clinica. L’altro cluster è stato rilevato in Ortopedia: qui si è provveduto a ridimensionare i posti letto di una decina di unità per la carenza di personale, ma l’operatività è stata sempre garantita.
I vaccini
In tutto, una quindicina tra medici e infermieri risultano positivi al Covid e, dunque, sono stati sospesi dal servizio e collocati in isolamento, dopo essere stati presi in carico dal dipartimento di prevenzione dell’Asur.
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Corriere Adriatico