Andrea stordito dal monossido con la madre, salvato dallo zio Giorgio: «Li ho rianimati con le mie mani»

Giorgio Sacchettoni, lo zio del dj Andrea Paladini
ANCONA - «Tutti dovrebbero saper fare un massaggio cardiaco». Giorgio Sacchettoni per 30 anni è stato prof di ginnastica al Galilei, ma da giovane avrebbe...

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ANCONA - «Tutti dovrebbero saper fare un massaggio cardiaco». Giorgio Sacchettoni per 30 anni è stato prof di ginnastica al Galilei, ma da giovane avrebbe voluto fare il medico. Nel 1973 salvò la vita a un ragazzo che stava annegando in piscina. Nel 2006 l’ex sindaco Sturani gli consegnò il Ciriachino d’Oro per aver rianimato un suo alunno, colpito da un arresto cardiaco durante una partita di calcetto. Nella drammatica serata di venerdì ha strappato alla morte la cognata Lucia e il nipote Andrea, storditi dal monossido di carbonio nell’appartamento sotto il suo. Nulla ha potuto fare per Giorgio Paladini, il fratello di sua moglie Liviana, ex direttore della Invernizzi, trovato senza vita sul letto.  

 


«Per fortuna gli amici di Andrea avevano dato l’allarme, altrimenti non si sarebbe salvato nessuno» dice l’ex insegnante-eroe, con cui si sono complimentati anche i medici dell’ospedale di Ravenna da cui ieri Andrea Paladini, noto dj anconetano, e la mamma sono stati dimessi dopo una giornata trascorsa in camera iperbarica. «Quando io e mia moglie siamo entrati nella loro casa attorno alle 20, grazie alla seconda chiave, è stato terribile - racconta il signor Sacchettoni -. Le luci erano spente, non si sentiva odore di gas. Ho trovato mia cognata sul divano del salotto, priva di sensi. L’ho rianimata per qualche minuto. Poi sono andato in camera di Andrea: anche lui non era cosciente, gli ho praticato un lungo massaggio cardiaco. Si è risvegliato quando gli hanno somministrato l’ossigeno in ambulanza. Per Giorgio, poverino, non ho potuto far nulla. Se n’era già andato».

C’è un tremendo malinteso alla base di questa tragedia. La sera prima Lucia, la madre di “Pala”, era svenuta dopo un malore. «Quando siamo scesi si era ripresa - racconta Liviana Paladini, la zia del dj -. Il giorno dopo aveva qualche linea di febbre, così la sua dottoressa ha sospettato che potesse essere il Covid e ha consigliato a mia cognata e al figlio di chiudersi in casa».

Si sono ritrovati intrappolati dalla caldaia killer. «Mio fratello Giorgio invece si era vaccinato, tant’è che la mattina di venerdì era andato a fare la dialisi per rientrare attorno alle 14 - continua Liviana -. A quell’ora gli ho portato la spesa, poi non li ho più sentiti, non rispondevano al telefono né ai messaggi». La sera, la drammatica scoperta. «All’inizio ho pensato che si erano sentiti tutti male per il Covid. Solo dopo abbiamo capito. È un incubo, non posso pensare che mio fratello non ci sia più - sospira Liviana -. Era simpaticissimo, aveva un soprannome per tutti. Chiamava mio marito il “fustone”. Amava la musica, passione che ha trasmesso a mio nipote. E aveva una grande tempra». 

 

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Corriere Adriatico