Tre mesi di boom: la baia festeggia ma guarda avanti. I numeri di iBeach: più di 50mila prenotazioni per le spiagge libere

Tre mesi di boom: la baia festeggia ma guarda avanti. I numeri di iBeach: più di 50mila prenotazioni per le spiagge libere
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ANCONA  - Doveva essere un’estate da dimenticare, quella del Covid. E invece si è rivelata inaspettatamente produttiva per gli operatori della baia. Certo, nel bilancio pesano negativamente i primi due mesi di bel tempo, bruciati dall’emergenza sanitaria. Un dato interessante lo forniscono i soci di iBeach, l’app con cui è stato gestito l’accesso alle spiagge libere: i turisti sono arrivati da tutta Italia.


Le prenotazioni hanno coinvolto ogni regione, soprattutto Emilia Romagna (3.897), Lombardia (3.012) e Veneto (1.893), ma anche Val d’Aosta (8), Sardegna (15) e Calabria (9). I turisti non marchigiani compongono il 26% dell’afflusso. Da quando l’applicazione è diventata operativa, è stato un diluvio di booking, ben 51.932, con 33.079 utenti che hanno effettuato il check-in. Ma le presenza effettive sono almeno il doppio, se non il triplo, considerando che gli slot per gli asciugamani sono per 2 persone e quelli per gli ombrelloni per 4. Poi è chiaro: il turismo locale resta prioritario e lo dimostra il fatto che ad assicurarsi un posto al sole ai piedi del Conero per il 67% sono stati gli anconetani (35.127), seguiti dai maceratesi (1.659). Poi vengono i milanesi (1.267), i bolognesi (1.072), i pesaresi (919) e i romani (819). Un vero boom, concentrato nel mese di agosto, con 23.631 prenotazioni (e 14.255 check-in) da Ferragosto in poi. Soldout le spiagge libere, ma anche i concessionari non si lamentano, anzi.


 
«Abbiamo perso i primi due mesi, è vero, ma poi abbiamo lavorato sempre bene - commenta Maurizio Sonnino della Capannina -. Il ristorante è sempre pieno, continuiamo a mandare via la gente. Portonovo si conferma un’isola felice e, considerando le previsioni iniziali, ci riteniamo molto soddisfatti. Il problema è il futuro: occorre mettersi in testa di fare qualcosa per migliorare la capacità ricettiva. Non basta piazzare un semaforo sulla strada: ha peggiorato le cose, visto che i miei dipendenti ora impiegano 20 minuti a scendere se restano bloccati in fila. Io sogno di vedere un giorno una funivia che accompagni le persone dal monte alla spiaggia, come avviene in tante parti del mondo, ma resterà un’utopia».

Compiacersi per gli ottimi risultati non basta: gli imprenditori balneari scrutano il futuro. «Bisogna riuscire a liberare la baia dalle auto - sostiene Paolo Bonetti -. Come? Aprendo il vecchio sentiero pedonale e organizzando più navette. Inoltre, io sono per l’area marina protetta, in modo da tutelare l’ambiente e impedire alle imbarcazioni di ormeggiare troppo vicine alla costa. Portonovo è una perla, ma i numeri sono in continua crescita e l’offerta è limitata: siamo alla saturazione, è ora di trovare nuove soluzioni».


A ottobre il Comune aprirà un tavolo di confronto con gli operatori. Obiettivi: ripristinare il sentiero secondario, rivedere la viabilità nel suo complesso, ampliare i parcheggi a monte e progettare il nuovo bando dei servizi (in scadenza al 31 dicembre) in cui includere la gestione del camping e la riqualificazione dell’ex Mutilatini. Perché, come sottolinea Federica Rubini del ristorante Emilia, «da anni Portonovo esplode ed è indispensabile contingentare l’afflusso. È un diamante grezzo che va lavorato - dice -, può creare un indotto incredibile per la città. Ma serve un salto di qualità e devo dire che, in questo senso, la gestione del Covid ci ha insegnato tanto in termini di spazi e senso civico. Molti italiani hanno conosciuto il fascino della baia: da quando abbiamo aperto, le richieste si sono quintuplicate. Viste le premesse, non ce lo immaginavamo». Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico