Maxi evasione sulle sigarette Arrestato il direttore della Manifattura

Maxi evasione sulle sigarette Arrestato il direttore della Manifattura
ANCONA - Invece di essere esportati verso Paesi extra Ue, come registrato sui documenti di viaggio, ingenti carichi di sigarette andavano ad alimentare le riserve dei...

OFFERTA SPECIALE

2 ANNI
99,98€
40€
Per 2 anni
ATTIVA SUBITO
OFFERTA MIGLIORE
ANNUALE
49,99€
19€
Per 1 anno
ATTIVA SUBITO
 
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
ATTIVA SUBITO

OFFERTA SPECIALE

OFFERTA SPECIALE
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
ATTIVA SUBITO
 
ANNUALE
49,99€
11,99€
Per 1 anno
ATTIVA SUBITO
2 ANNI
99,98€
29€
Per 2 anni
ATTIVA SUBITO
OFFERTA SPECIALE

Tutto il sito - Mese

6,99€ 1 € al mese x 12 mesi

Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese

oppure
1€ al mese per 3 mesi

Tutto il sito - Anno

79,99€ 9,99 € per 1 anno

Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
ANCONA - Invece di essere esportati verso Paesi extra Ue, come registrato sui documenti di viaggio, ingenti carichi di sigarette andavano ad alimentare le riserve dei “grossisti” del contrabbando nel cuore dell'Unione Europea, evadendo accise e Iva per oltre 73 milioni di euro.






Un escamotage dietro al quale, secondo la procura di Ancona, c'era un'associazione a delinquere transnazionale di cui tiravano le fila il direttore generale della Manifattura italiana tabacco Spa di Chiaravalle e il responsabile dell'azienda per i contatti con i clienti esteri.







Con l'operazione “Duty free”, il Gico della Guardia di finanza di Ancona, in sinergia con il servizio anti-frodi delle Dogane, ha stroncato questo traffico, eseguendo quattro arresti ed ottenendo due mandati di cattura europei. Ai domiciliari sono finiti il dg della Mit spa, Massimo Tarli, 47 anni, l'altro manager Luca Cecconi, 54, entrambi di Roma, e Carmelo De Luca, 55 anni, di Lecce, collaboratore esterno della Mit spa, accusato di aver “scortato” le “bionde” fino al confine.



Custodia in carcere invece per l'intermediario croato-sloveno, Josip Papic, “primula rossa” del contrabbando, che avrebbe assicurato il buon fine dei carichi oltreconfine: sarebbe stato compensato con 12.500 euro per ogni carico coperto con bonifici ad una sua società con sede alle Seychelles.



Due camion a settimana formalmente diretti verso Moldavia e Ucraina per consegnare sigarette (520 tonnellate di marche “821”, “em@il” e “Parioli” prodotte dalla Mit spa) a ditte risultate inesistenti, smistavano la merce in magazzini polacchi e belgi, per la vendita sottobanco in quasi tutti i Paesi Ue. Ciò, secondo gli inquirenti, consentiva alla Mit di recuperare fatturato con l'export mentre i manager guadagnavano lustro e bonus sui surplus di ricavi aziendali.



Gli ordini di cattura europei riguardano due autisti delle spedizioni. Il gip ha autorizzato sequestri preventivi per oltre 78 milioni di euro: 73,3 milioni agli indagati, 5,7 milioni di immobili e denaro della Mit spa, chiamata in causa per illecito amministrativo connesso alla condotta dei manager. Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico