ANCONA - Era arrivata a convertirsi all'Islam e a sposarsi con rito musulmano per amore di quell'uomo. Poi lui, al...
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Poi lui, al tramonto di un matrimonio durato dieci anni, non accettava la separazione. Dal 2009 ha cominciato a tempestarla di telefonate, pedinarla e minacciare di sottrarle ciò che di più caro ha al mondo: la figlia, all'epoca dei fatti di 9 anni.
"Te la porto via e non la rivedrai più", le ha urlato più di una volta, mentre la mamma, disperata, non poteva far altro che rivolgersi ripetutamente alle forze dell'ordine e ai vicini di casa per chiedere protezione.
Ieri la donna, una 44enne anconetana, ex impiegata, è stata ascoltata in aula per il processo a carico del marito, un ex pizzaiolo precario di 52 anni, originario della Giordania, attualmente disoccupato. L'accusa è di stalking. E' il terzo processo a carico dell'uomo che in passato è stato già condannato per il medesimo reato, sempre nei confronti della moglie, da cui si è separato nel 2010.
Lei lavorava, lui no e nemmeno contribuiva al mantenimento della famiglia: anche per questo la 44enne aveva deciso di interrompere la loro love story. Da quel momento è cominciato un inferno. Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico