La Squadra Mobile è in lacrime per Gioia Tabanelli, la detective che scriveva poesie: sconfitta da un male a 53 anni

Controlli della polizia
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ANCONA - «Non guardava mai l’orario, anche se era molto legata alla famiglia, se c’era da portare avanti un’indagine non si risparmiava davvero». I colleghi della Squadra Mobile della questura di Ancona ricordano così la sovrintendente capo Gioia Tabanelli, scomparsa all’Hospice di Loreto all’età di 53 anni per un male con cui combatteva dal 2015. Era una detective della Mobile da oltre vent’anni.

 

«Siamo veramente sconvolti dalla perdita di una collega bravissima - riassume l’umore collettivo l’attuale dirigente, il vicequestore Carlo Pinto -. Gioia era veramente dedita al lavoro, con spirito di servizio e passione, occupandosi anche di indagini molto delicate in materia di criminalità organizzata. Si era guadagnata la stima e la considerazione di tutti, anche grazie a un carattere allegro e alla sua simpatia. Esprimo alla sua famiglia tutta la nostra partecipazione al dolore».


Nel lavoro poteva sembrare tutta d’un pezzo, ma il suo animo sensibile era espresso dalle poesie che amava scrivere nel tempo libero. «Sorpresa mi giro a cercare i miei passi/ Li trovo, li osservo, li lascio per sempre sulla scogliera silente», scriveva nell’ottobre scorso. Gioia Tabanelli lascia il marito Giorgio e le due figlie adolescenti Teresa e Paola, con cui abitava a Numana. I funerali devono ancora essere fissati. Dopo il corso presso la scuola allievi agenti di Trieste, Gioa Tabanelli era stata assegnata a Bologna e da lì trasferita nelle Marche, dove ha prestato servizio all’inizio alla Polfer di Ancona. Poi il passaggio alle Volanti, sempre nel capoluogo, e nel 2000 è assegnata alla sezione criminalità organizzata della squadra mobile di Ancona. Ha svolto funzioni investigative partecipando alle più importamti inchieste condotte dalla squadra mobile degli ultimi 20 anni, tanto da conseguire diversi riconoscimenti ministeriali, encomi e lodi per il ruolo decisivo svolto in alcune delicate inchieste, Come l’Operazione Green table su una rete di bische clandestine estesa in diverse località marchigiane, l’Operazione Gustav su estorsioni e prestiti a tassi d’usura, l’Operazione Metauro su un traffico di droga che portò al sequestro di oltre due tonnellate di marijuana a Fano nell’agosto 2016. Nel 2014 aveva partecipato alla cattura in Albania di un latitante ricercato per tentato omicidio.

 

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Corriere Adriatico