ANCONA - “Luca Giustini era convinto di essere il Messia che avrebbe dovuto salvare il pianeta da una guerra di religioni destinata ad annientare l’umanità. Ha spiegato di...
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Per quattro volte Giustini ha ripetuto questo racconto ai medici, sempre in modo coerente e puntuale. Mai una lacrima, mai un segnale di cedimento. “E’ come un attore che assiste impassibile a un film di cui è protagonista”: glaciale, impenetrabile, incapace di provare alcun sentimento. Così lo descrive Ricci Messori che condivide in pieno il proscioglimento disposto dal gup. “E’ un uomo totalmente incapace di intendere e di volere” dice del ferroviere che si trova nella casa di cura Villa San Giuseppe ad Ascoli. Dovrà restare tre anni in un istituto psichiatrico, sottoposto a controlli continui. Presto verrà trasferito alla Rems (Residenza per l’esecuzione delle misure di sicurezza) di prossima attivazione a Monte Grimano, nel pesarese. Il suo destino è affidato ai medici che, fra tre anni, dovranno definire il nuovo quadro clinico e stabilire se potrà tornare in libertà.
“Fare previsioni è impossibile - spiega Ricci Messori -. Quella del giudice è un’indicazione di massima. Verrà valutato ogni sei mesi per verificare un recupero di psicopatologia. Giustini è soggetto ad una gravissima crisi psicotica, con un massivo crollo della consapevolezza, che non dà il minimo segno di miglioramento o rientro. I rischi sono due: la ripetizione dell’atto e l’autolesionismo”. L’ultimo colloquio con il papà-omicida risale a un mese fa. “E’ rimasto nella stessa condizione di quando compì quell’orrendo delitto - conclude Ricci Messori -. La prognosi è negativa: è un soggetto socialmente pericoloso e necessita di cure”. E, dunque, potrebbe restare per ben più di tre anni chiuso in un istituto psichiatrico.
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Corriere Adriatico