ANCONA - Da ieri i Carabinieri forestali del Gruppo di Ancona stanno effettuando, su delega della Procura della Repubblica di Ancona, le notifiche degli avvisi di conclusione...
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
Tutto il sito - Mese
6,99€ 1 € al mese x 12 mesi
Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese
oppure
1€ al mese per 3 mesi
Tutto il sito - Anno
79,99€ 9,99 € per 1 anno
Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
Le indagini, coordinate dalla dottoressa Irene Bilotta, che ha anche avviato le attività investigative provvedendo a sequestrare una condotta occlusa da detriti, sono state dirette da un pool di magistrati composto dai Sostituti Procuratori Daniele Paci e Serena Bizzarri, e svolte dai Carabinieri forestali del Nucleo Investigativo di Polizia Ambientale Agroalimentare e Forestale di Ancona e della Stazione Carabinieri Forestale di Ancona.
Gli inquirenti, hanno esaminato oltre 7.000 pagine, escusso decine di testimoni, effettuato misurazioni dei manufatti scolmatori più critici, analizzando anche la presenza di inquinanti sulle acque reflue e sulla battigia interessata dagli sversamenti.
Le complesse indagini hanno riguardato aspetti di carattere amministrativo connessi alle istruttorie di rilascio delle autorizzazioni agli scarichi, alla programmazione e pianificazione d’Ambito, ma sono state indirizzate anche alla verifica della funzionalità dei manufatti scolmatori, per i quali è stato anche nominato un ausiliario di PG. Ingegnere esperto nelle misure topografiche.
E’ stata inoltre verificata l’applicazione della normativa inerente la corretta informazione al pubblico, in occasione degli sversamenti, di competenza delle Autorità comunali, ed aspetti di carattere analitico, correlati con la presenza di inquinanti nelle diverse matrici ambientali.
Sul fronte degli aspetti di carattere amministrativo, sono state riscontrate sostanziali difformità tra le procedure adottate per il rilascio delle autorizzazioni di alcuni manufatti scolmatori, rispetto alle normative vigenti, mentre per quanto concerne gli aspetti di carattere analitico e il rispetto delle prescrizioni contenute nelle autorizzazioni allo scarico, è stata riscontrata la presenza di inquinanti, stagnanti sulla battigia e sul suolo del litorale con concentrazioni batteriche tali da poter compromettere la salute pubblica e ambientale.
Complessivamente risultano indagate 12 persone, 7 dipendenti della Multiservizi Spa, 2 dipendenti della Provincia di Ancona e un dipendente dell’Agenzia Regionale Protezione Ambientale Marche, ciascuno per una o più tra le condotte di inquinamento ambientale colposo, rifiuto di atti d’Ufficio e falso in atto pubblico.
Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico