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ANCONA Da avere Lou Reed in piazza del Papa e i Subsonica al porto antico a niente. Com’è potuto accadere? Quale incantesimo ha condannato Ancona a un cono d’ombra che ha oscurato gli eventi nel centro storico? Una delle ragioni sembrerebbe essere l’irrigidimento delle norme sulla sicurezza dopo i fatti di Corinaldo e di piazza San Carlo a Torino.
Le capienze
«La prima ripercussione è stata la diminuzione delle capienze per piazze e arene» spiega Eric Bagnarelli, storico promoter e organizzatore di grandi concerti ad Ancona e in Italia.
Una scelta politica
Quindi, un’arena a cielo aperto che sia in grado di reggere i grandi spettacoli. E contestualmente «la volontà politica di realizzarli» commenta Bagnarelli. «E una progettualità forte» ribatte Giovanni Seneca, musicista e organizzatore del festival Adriatico Mediterraneo. «Oltre a portare grandi eventi con nomi altisonanti - continua Seneca - bisognerebbe coinvolgere più persone possibile per aprire spazi e avere da parte degli enti la certezza che garantiscano servizi». A questo, però, deve sommarsi anche il sostegno economico da parte degli enti pubblici (Comuni, Province, Regioni).
«Le nuove norme sul pubblico spettacolo hanno fatto lievitare i costi di produzione - spiega Bagnarelli - oggi assumersi il 100% del rischio imprenditoriale di una produzione è pressoché impossibile se non c’è un supporto pubblico». Costi più alti, capienze ridotte, uguale: zero spettacoli. Se invece intervengono gli enti a supportare le imprese di settore, pur di avere garantita una stagione estiva di grande attrattiva, allora il discorso è diverso. È chiaro che a questo punto la scelta spetta all’amministrazione locale che dovrà schiarirsi le idee e scegliere su cosa puntare. Dopodiché serve un progetto. E a quel punto non resta che stanziare le risorse per mettere a terra tutto quello che è stato preventivamente stabilito. Solo così potremo rivedere i grandi artisti esibirsi nel centro città. Bisogna volerlo, però. Lo deve volere la politica.
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