Troppo freddo al Palaindoor, Tamberi rinuncia all'allenamento e forse ai Mondiali: «Scusa Gimbo, colpa di una porta»

Troppo freddo al Palaindoor, Tamberi rinuncia all'allenamento e ai Mondiali: «Scusa Gimbo, colpa di una porta»
ANCONA - La foto di Marcell Jacobs con un cappellino di lana in testa, agli Assoluti di atletica leggera di fine febbraio, aveva suscitato i primi dubbi. «Ma fa così...

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ANCONA - La foto di Marcell Jacobs con un cappellino di lana in testa, agli Assoluti di atletica leggera di fine febbraio, aveva suscitato i primi dubbi. «Ma fa così freddo al Palaindoor?», s’era chiesto qualcuno, salvo poi ipotizzare che si trattasse di una strategia di marketing legata a sponsorizzazioni milionarie. Ma poi, ecco il messaggio al mondo di Gimbo, pubblicato su Instagram lunedì sera: «Fa troppo freddo per saltare, non mi sono allenato: dovrò rinunciare ai Mondiali di Belgrado», la sintesi del post. 

 

 

Il messaggio 

Il campione olimpico di salto in alto che batte i denti nella sua casa, quel Palaindoor (o Palaghiaccio?) che la Fidal gli sta cucendo addosso, con i lavori (non ancora assegnati e in ritardo di due anni) per la realizzazione di una palestra e una sala tutta dedicata al salto in alto: che succede? Partiamo dal Gimbo-post. «Mi sarebbe piaciuto dirvi che avrei partecipato ai Campionati del Mondo di Belgrado tra 14 giorni, improvvisando un debutto stagionale in maglia azzurra. Sto bene fisicamente e per quanto non abbiamo preparato la stagione indoor, mi sentivo di poter essere comunque competitivo - ha scritto la medaglia d’oro di Tokyo -. Purtroppo oggi (lunedì, ndr) era un giorno fondamentale per questa scelta, in quanto avrei dovuto fare uno degli unici due allenamenti di salto per capire effettivamente la mia condizione tecnica». 

La scelta

E qui, il “sassolino”. «Dico purtroppo perché al Palaindoor era troppo freddo per saltare e già nel riscaldamento mi sentivo che con quella temperatura, se avessi spinto, avrei rischiato di farmi male e quindi non ho potuto fare questo test fondamentale per le sorti della mia partecipazione». E allora? Molto probabilmente il Gimbo congelato rinuncerà a Belgrado: d’altronde era in dubbio da tempo. «Le possibilità di riuscire a capire se ha senso partire per i Mondiali crollano drasticamente - riflette -, in quanto ho un solo allenamento di tecnica a disposizione questo fine settimana per mettere a punto le cose». Non è ancora «un No categorico», precisa, «ma so bene che sarebbe stata una missione impossibile preparare un Mondiale con due sessioni di tecnica, figuriamoci farlo con una». Gimbo ci credeva davvero: «Avevo l’acquolina in bocca, non era in programma, ma mi era venuta una voglia pazzesca di fare questa pazzia: debutto stagionale al Mondiale, suona così bene. Che peccato!». Eh già perché a tagliare le gambe all’uomo che salta più in alto nel pianeta è stato il “suo” palas. Subito l’assessore Andrea Guidotti e Simone Rocchetti, presidente regionale Fidal, hanno chiamato Gimbo e il papà-allenatore per scusarsi. 

Le spiegazioni 

«Ma non c’è stato alcun problema tecnico», chiarisce Rocchetti che si è confrontato con la Cpm, ditta recanatese che ha eseguito i lavori di efficientamento energetico da 600mila euro e si è aggiudicata l’appalto termico ed elettrico per 10 anni anche per l’Italico Conti e lo stadio del rugby. «Escludo in maniera categorica che qualcuno, per contenere le bollette, abbia abbassato la temperatura rimasta fissa attorno ai 18,5-19 gradi - precisa il numero uno della Fidal Marche -. Inoltre, i tecnici ci hanno assicurato che gli impianti funzionano regolarmente. Ipotizziamo che qualcuno possa aver lasciato socchiusa una delle porte antipanico nell’area in cui si allena Tamberi e questo potrebbe aver determinato un lieve calo della temperatura». Tutta colpa di uno spiffero, insomma. «Gimbo è un atleta d’élite: mi sono scusato con lui per l’inconveniente - sottolinea Rocchetti -, ribadendogli che siamo sempre a sua totale disposizione». 
 

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Corriere Adriatico