Geyser, luci led, sculture di nebbia. Piazza della Repubblica pedonale? Si può: Ancona ci pensa dal 2015

Geyser, luci led, sculture di nebbia, Piazza della Repubblica pedonale? Si può: Ancona ci pensa dal 2015
ANCONA Chiudete gli occhi e per un attimo sognate: cascatelle, geyser e sculture di nebbia sulla rampa dello scalo Vittorio Emanuele. Una vasca d’acqua e il cavallo di Aligi...

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ANCONA Chiudete gli occhi e per un attimo sognate: cascatelle, geyser e sculture di nebbia sulla rampa dello scalo Vittorio Emanuele. Una vasca d’acqua e il cavallo di Aligi Sassu, semiaffiorante, al centro di un sagrato tra il teatro delle Muse e il Sacramento, con una pavimentazione a onde. Giochi di luce sulla facciata della chiesa stessa. Piazza della Repubblica pedonalizzata e trasformata in un foyer, con sedute a led e colonne luminose. La auto? Dirottate dalla discesa di via Pizzecolli-via Gramsci verso largo del Sacramento, in un percorso ad anello con ritorno verso via della Loggia (a senso unico) e il porto, inteso anche come valvola di sfogo per il traffico cittadino. 

 


La realtà

Riaprite gli occhi: tornate alla realtà, a una piazza della Repubblica declassata a snodo viario, soffocata da auto e smog. Un gioiello scenografico sfregiato da maxi cassonetti in bella vista, una pensilina horror dei taxi, buche dappertutto, sosta selvaggia. Eppure sono passati meno di 8 anni dall’incontro tra la prima giunta Mancinelli e la Confartigianato in cui fu concordato il progetto di restyling della piazza su cui si affaccia il teatro. L’idea di un foyer a cielo aperto davanti alle Muse è rimasta in stand-by, contestata da portatori d’interesse che preferiscono le auto, così si può parcheggiare sotto casa o davanti ai negozi. Ma il Comune non ha mai smesso di pensarci ed è la dimostrazione che il progetto di pedonalizzazione di piazza della Repubblica, a cui lavorò il vice sindaco Pierpaolo Sediari, si può fare, se solo lo si volesse. Non cancellava il traffico, ritenuto vitale dalle attività commerciali: bensì, lo regolarizzava. La sosta breve veniva spostata in fondo a corso Stamira, dove ora si trova il parcheggio degli scooter. L’area dei taxi veniva traslata nella rampa dello scalo Vittorio Emanuele, sotto il portico della Rai che all’epoca si voleva trasformare (con apposita convenzione con il condominio) in una terrazza a mare fruibile da tutti. Nel progetto riaffiorava anche via Sottomare, anche qui in accordo con i privati. E poi, certo, si trattava di raggiungere un’intesa (non semplice) con l’Autorità portuale per aprire parzialmente lo scalo al traffico cittadino, con risalita alla portella Santa Maria per non ingolfare via della Loggia. L’obiettivo dichiarato dalla giunta era «ricollocare piazza della repubblica nel sistema dei luoghi pregiati, valorizzandone il rapporto diretto con il mare». Una piazza da tramutare in un proscenio architettonico, con fontane zampillanti, giochi di luce e perfino un sagrato a onde in cui ospitare il Cavallo reale, la scultura di Aligi Sassu che anni fa campeggiava davanti all’ex palazzo della Provincia in corso Stamira e poi è stato collocato all’interno del cortile di Villarey. Se i sogni son desideri, allora qualcuno apra gli occhi e salvi questa piazza. 

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Corriere Adriatico