Allarme Covid alla Fincantieri, 90 contagiati: «E' fondamentale lo screening su tutti i dipendenti»

Torna alto l'allarme Covid alla Fincantieri
ANCONA - Nella seconda ondata di pandemia, sono 90 gli operai che hanno contratto il virus all’interno dello stabilimento Fincantieri. A dirlo è Vincenzo Gentilucci,...

OFFERTA SPECIALE

2 ANNI
99,98€
40€
Per 2 anni
ATTIVA SUBITO
OFFERTA MIGLIORE
ANNUALE
49,99€
19€
Per 1 anno
ATTIVA SUBITO
 
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
ATTIVA SUBITO

OFFERTA SPECIALE

OFFERTA SPECIALE
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
ATTIVA SUBITO
 
ANNUALE
49,99€
11,99€
Per 1 anno
ATTIVA SUBITO
2 ANNI
99,98€
29€
Per 2 anni
ATTIVA SUBITO
OFFERTA SPECIALE

Tutto il sito - Mese

6,99€ 1 € al mese x 12 mesi

Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese

oppure
1€ al mese per 3 mesi

Tutto il sito - Anno

79,99€ 9,99 € per 1 anno

Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno

ANCONA - Nella seconda ondata di pandemia, sono 90 gli operai che hanno contratto il virus all’interno dello stabilimento Fincantieri. A dirlo è Vincenzo Gentilucci, coordinatore regionale dei metalmeccanici della Uilm, uno dei sindacati (assieme a Fiom e Fim) che lo scorso mese aveva partecipato a un tavolo in Prefettura per cercare una soluzione finalizzata a garantire il più possibile la sicurezza dei lavoratori del cantiere.

 

 

Era emersa, da parte dell’azienda, la disponibilità a garantire uno screening su base volontaria volto ad attuare 50 tamponi a settimana. «I test – ha detto Gentilucci – sono stati portati a 75. Ma rispetto al numero totale dei dipendenti che operano al cantiere, bisognerebbe fare molto di più, soprattutto considerando la particolarità del lavoro che si svolge e la difficoltà, in alcuni casi, a mantenere le dovute distanze. L’azienda si sta adoperando con investimenti importanti, perché fare i tamponi ha un impatto economico, ma il numero dei contagiati è significativo. La seconda ondata ha impattato molto di più rispetto alla prima. Dunque, credo sia importante ampliare lo screening perché la salute è prioritaria». Un altro dato significativo, secondo la Uilm, è che la gran parte delle persone contagiate appartiene a ditte in appalto alla Fincantieri. «I contagiati – ha continuato il coordinatore - sono per la maggior parte dipendenti delle ditte: ben 75 sul totale. Dunque, i contagi provengono, per così dire, dall’esterno. Ma diventano poi un problema interno. È chiaro che dobbiamo stare attenti affinché i protocolli di sicurezza sottoscritti vengano rispettati, ma bisognerebbe fare di più». L’obiettivo è attuare «uno screening generalizzato, attraverso tamponi o test sierologici, per fare il punto della situazione» all’interno del cantiere navale. All’attuazione del tampone rapido antigenico su base volontaria si è arrivati dopo trattative tra le organizzazioni sindacali e l’azienda. E soprattutto dopo lo sciopero avvenuto lo scorso otto ottobre per «rivedere il protocollo sulla sicurezza». In precedenza, c’era stata un’astensione a marzo, all’alba dell’emergenza della prima ondata da Covid-19. Poi, lo stabilimento aveva temporaneamente sospeso l’attività, ripresa il 20 aprile.

 

Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico