ANCONA - Nella seconda ondata di pandemia, sono 90 gli operai che hanno contratto il virus all’interno dello stabilimento Fincantieri. A dirlo è Vincenzo Gentilucci, coordinatore regionale dei metalmeccanici della Uilm, uno dei sindacati (assieme a Fiom e Fim) che lo scorso mese aveva partecipato a un tavolo in Prefettura per cercare una soluzione finalizzata a garantire il più possibile la sicurezza dei lavoratori del cantiere.
Era emersa, da parte dell’azienda, la disponibilità a garantire uno screening su base volontaria volto ad attuare 50 tamponi a settimana. «I test – ha detto Gentilucci – sono stati portati a 75. Ma rispetto al numero totale dei dipendenti che operano al cantiere, bisognerebbe fare molto di più, soprattutto considerando la particolarità del lavoro che si svolge e la difficoltà, in alcuni casi, a mantenere le dovute distanze. L’azienda si sta adoperando con investimenti importanti, perché fare i tamponi ha un impatto economico, ma il numero dei contagiati è significativo. La seconda ondata ha impattato molto di più rispetto alla prima. Dunque, credo sia importante ampliare lo screening perché la salute è prioritaria».