ANCONA - Madre, figlia, zia e una cugina di secondo grado. Una famiglia di ladre rom senza cuore, brave affabulatrici, veloci come saette nell’arraffare gioielli, soldi,...
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Per 4 mesi, dall’agosto al novembre 2018, hanno collezionato almeno 24 colpi ai danni di 19 donne e 5 uomini in tutto il centro Italia, dall’Emilia Romagna alla Toscana fino al Lazio, ma soprattutto nelle Marche, lasciando il segno in 10 province diverse. Quella di Ancona è la più bersagliata con 8 blitz e migliaia di euro fra contanti e preziosi rubati.
Per 6 mesi i carabinieri del Norm della Compagnia di Osimo gli hanno dato la caccia. Ieri all’alba le hanno arrestate nell’ambito dell’operazione ribattezzata “Romanì”, dal nome dell’idioma parlato da rom e sinti. Una per la verità era già in carcere, un’altra era uscita appena 4 giorni fa, dopo essere finita in manette il 4 febbraio scorso in un’operazione condotta dai carabinieri di Numana. Rischiano fino a 7 anni di reclusione, se verranno giudicate colpevoli e verrà riconosciuta l’associazione a delinquere con varie aggravanti, le 4 rom arrestate a Martinsicuro e Alba Adriatica, dove abitavano: sono rinchiuse nel carcere di Teramo una 40enne (C.S.), la madre 61enne (G.D.R.), la zia 53enne (R.D.R.) e una loro parente (D.S. di 44 anni), appartenenti a note famiglie rom.
Se ne inventavano di cotte e di crude per raggirare le vittime. Si fingevano estetiste, fisioterapiste, sarte, parrucchiere, addette al controllo della differenziata. Oppure dicevano di essere interessate all’acquisto di un immobile. Sceglievano i bersagli con estrema attenzione, prendendo di mira gli anziani. Il range dei derubati va dai 72 anni (una pensionata di San Benedetto a cui il 25 agosto scorso rubarono 200 euro più altri 200 prelevati col bancomat) ai 96: questa l’età della nonnina di Viterbo a cui a novembre una delle pseudo hair-styler ha soffiato 6mila euro. Il record, purtroppo, spetta a una 84enne di Monsampolo del Tronto, nell’Ascolano, che in pochi minuti si è vista sparire dalla cassaforte 7mila euro in contanti, 8mila in gioielli, titoli e carte di credito. Poche ore prima avevano colpito pure ad Ascoli: 600 euro sottratti a una 73enne. Gli investigatori hanno stimato in oltre 80mila euro il bottino racimolato dalla banda in 4 mesi. I gioielli sparivano subito, liquidati in vari Compro Oro.
Le trasfertiste del crimine giravano in lungo e in largo l’Italia centrale per disperdere le tracce e complicare le attività di indagine: nelle loro gite di “piacere”, secondo gli inquirenti, hanno colpito una volta a Firenze, 6 nel Lazio (tra Roma, Viterbo e Rieti) e 3 in Emilia Romagna fra il Riminese e il Cesenate, ma le Marche erano la loro destinazione preferita. Alla famigliola rom vengono addebitati 4 furti nell’Ascolano, uno a Pesaro (l’8 novembre scorso, rubati preziosi a una 86enne), uno a Servigliano (Fermo), dove avrebbero sottratto 500 euro e un bancomat a una 92enne (il 12 novembre) e 8 ad Ancona e provincia. Il primo della lunga scia di colpi risale al 1° agosto 2018 a Senigallia, dove una nonnina di 81 anni è sprofondata nella disperazione quando si è resa conto che la donna ben vestita che aveva bussato alla porta non era venuta per controllare la differenziata, ma per rubarle 200 euro, i ricordi di una vita e un bancomat con codice segreto, con cui hanno prelevato 2.950 euro.
A settembre altri due pensionati ottantenni sono stati beffati a Chiaravalle, così come un terzo a Falconara, ma qui si sono dovute accontentare di 50 euro perché il proprietario, 79 anni, le ha messe in fuga quando le ha viste rimuovere un quadro dalla parete, in camera, e mettere le mani sulla cassaforte. Sempre a Falconara le delinquenti sono tornate in azione il 27 novembre da una 89enne (rubati 200 euro). Agghindate con parrucche, occhiali da sole e make-up marcato, la gang tutta al femminile ha seminato sconforto anche nel capoluogo dorico: il 13 agosto a casa di una 84enne (600 euro e monili in oro e argento), il 28 settembre da una 93enne a cui si erano proposte per lavori di sartoria (100 euro) e nello stesso giorno hanno tentato di beffare un 82enne, senza successo. A tradirle sono stati i riconoscimenti fotografici da parte delle vittime, incrociati con le immagini delle spycam e un’impronta digitale su una cassaforte a Monsampolo del Tronto. Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico