Nove figli e 67 alias, girava su una Porsche: alla ladra rom seriale confiscati beni per 260mila euro

L'abitazione confiscata alla ladra rom
ANCONA - Sessantasette nomi di fantasia, nove figli e una condanna a 15 anni e 8 mesi di reclusione mai scontata per via del suo perdurante stato di gravidanza. La donna degli...

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ANCONA - Sessantasette nomi di fantasia, nove figli e una condanna a 15 anni e 8 mesi di reclusione mai scontata per via del suo perdurante stato di gravidanza. La donna degli alias è ancora a piede libero, ma intanto la Guardia di finanza le ha sottratto buona parte delle ricchezze accumulate nella sua lunga carriera criminale.

 

D’altronde, a 14 anni aveva già collezionato la prima condanna, la rom di nazionalità bosniaca finita nel mirino delle Fiamme Gialle. Girava in Porsche, viveva in un appartamento di lusso a Falconara, viaggiava con un camper, vantava un discreto conto in banca e aveva investito i suoi capitali in terreni, da buona imprenditrice del crimine. 
Nell’ambito dell’operazione ribattezzata, non a caso, “Alias”, i militari del Gico del Nucleo di polizia economico-finanziaria di Ancona hanno eseguito nelle ultime ore la misura di prevenzione a carattere patrimoniale disposta dal tribunale di Ancona, applicando la normativa antimafia.

Alla 34enne, nullafacente, ufficialmente residente a Verona ma domiciliata a Falconara, sono stati confiscati beni per un valore complessivo di 260mila euro, già sottoposti ad un sequestro preventivo dallo stesso tribunale dorico nel maggio 2020. Il tesoro era costituito da un appartamento di pregio in un contesto residenziale di Falconara - solo quello valutato 160mila euro -, un terreno edificabile sempre a Falconara e uno agricolo a Civitanova, un camper ed una lussuosa Porsche Panamera, oltre a somme depositate sui conti correnti a lei intestati.


Tutti i beni, grazie alla misura di prevenzione applicata dalla Guardia di finanza, sono stati definitivamente acquisiti al patrimonio dello Stato italiano, proprio perché la donna, pluripregiudicata, dichiarava un reddito esiguo, non compatibile con la sua ricchezza. Le indagini svolte dalle Fiamme Gialle di Ancona hanno consentito di dimostrare che la mamma rom da circa vent’anni commetteva ripetutamente reati, senza soluzione di continuità: la prima denuncia per furto, infatti, risale a quando era soltanto una ragazzina di 14 anni. 


Insomma, una vita dedicata alla delinquenza. Alla 34enne bosniaca non è mancata certo la fantasia, dal momento che in tutto questo tempo ha saputo fornire la bellezza di 67 differenti alias, falsificando i documenti, per sfuggire ai controlli e alla mannaia della giustizia. Sembra esserci riuscita, la donna dalle mille identità, grazie anche ad un “trucchetto”: rimanere costantemente incinta. 


A forza di sfornare bebè (ben 9) ha sempre evitato il carcere e tutt’ora risulta a piede libero, nonostante su di lei penda una condanna a 15 anni e 8 mesi per una sfilza di condanne passate in giudicato per furti e rapine. Dagli accertamenti, coordinati dalla Procura dorica, i finanzieri hanno potuto ricostruire il profilo criminale della rom e hanno dimostrato che i beni a lei riconducibili anche per interposta persona, e ora confiscati, non trovavano giustificazioni negli esigui redditi dichiarati. 

 

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Corriere Adriatico