Il cuore dorico batte forte nel mondo: numeri record per la Cardiochirurgia

Il cuore dorico batte forte nel mondo: numeri record per la Cardiochirurgia
ANCONA -  Primo congresso di cardiochirurgia virtuale in Europa e secondo al mondo, nonché uno dei più grandi eventi mai realizzati in tema di cardiochirurgia,...

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ANCONA -  Primo congresso di cardiochirurgia virtuale in Europa e secondo al mondo, nonché uno dei più grandi eventi mai realizzati in tema di cardiochirurgia, con circa 8.500 accessi da 2.700 computer e device di 90 paesi di tutto il mondo. Si tratta del congresso internazionale sulla cardiochirurgia mini-invasiva e transcatetere organizzato dal direttore del reparto di Cardiochirurgia degli Ospedali Riuniti di Ancona-Univpm, professor Marco Di Eusanio, e trasmesso l’8 e 9 giugno dalla piattaforma americana Cts Net. Un appuntamento che ha portato ancora una volta e ancora di più l’ospedale di Torrette, la Politecnica e la città di Ancona all’attenzione del pubblico mondiale. 


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«Il 2019 è stato per la Cardiochirurgia di Ancona un anno estremamente positivo - spiega Di Eusanio -. Sono stati eseguiti 1.250 interventi maggiori, cifra che la pone senza ombra di dubbio sul podio nazionale. All’aumento dell’attività è corrisposto un miglioramento dei risultati, con la mortalità ospedaliera scesa al di sotto dell’1%, valore quattro volte inferiore a quello registrato tra il 2010 e il 2015». Questo anche perché l’attività è stata caratterizzata da un’importante crescita della chirurgia mini-invasiva e dalla messa a regime di un programma per l’impianto di protesi con cateteri senza incisioni (Tavi), due procedure che si caratterizzano per la riduzione o abolizione delle incisioni, miglior comfort post-operatorio e maggiore velocità di recupero del paziente.

«Nel 2019 - fa sapere Di Eusanio - ben il 90% delle sostituzione valvolari aortiche isolate e il 70% delle riparazioni mitraliche sono state eseguite con tecniche mini-invasive, rendendo complesse tecniche come queste, di fatto lo standard di cura per i nostri pazienti. Nel registro nazionale tedesco di cardiochirurgia questi valori si attestano rispettivamente al 40% e 50%. Ma l’aspetto più innovativo è il superamento dell’equazione per cui mini-invasivo significa solo piccola incisione. Cerchiamo di dare più valore ai nostri interventi associando alle piccole incisioni forme meno invasive di perfusione e di anestesia, unite a una precoce fisioterapia e mobilizzazione». 

Nello stesso anno sono state eseguite 100 Tavi con risultati paragonabili e per alcuni aspetti migliori rispetto ai risultati di riferimento degli studi americani. «La nostra trasformazione in “chirurghi ibridi”, operatori cioè capaci di usare portaghi e suture, ma anche guide e cateteri - puntualizza Di Eusanio -, ci consente di offrire la migliore cura per i pazienti con valvulopatia aortica, personalizzando la terapia e lavorando in grande sicurezza». La chirurgia mini-invasiva e trans-catetere delle valvole cardiache è perciò qualcosa su cui la Cardiochirurgia di Ancona si è fortemente specializzata e in cui ha dimostrato di eccellere. Di qui la decisione di organizzare un convegno su tale argomento. «Avevamo cominciato a organizzarlo un anno fa - racconta Di Eusanio -, riuscendo ad attrarre i più autorevoli cardiochirurghi internazionali e ricevendo immediatamente richieste di partecipazione da tutto il mondo. Originariamente doveva tenersi in presenza qui ad Ancona. Poi, però, è arrivato il coronavirus. Invece di posporlo o annullarlo, abbiamo subito deciso di trasformare il congresso in un grande evento virtuale, e grazie alla collaborazione di Cts Net, il portale di Cardiochirurgia più importante al mondo, siamo riusciti a dargli un veste ben più complessa di quella degli ormai comunissimi webinar». 


Cosa ha presentato la Cardiochirurgia di Ancona durante questo congresso? I suoi approcci mini-invasivi e il suo programma Tavi. E poi il nuovo approccio trans-ascellare per la riparazione della valvola mitrale. Quest’ultimo prevede un’incisione di 4-5 cm vicino all’ascella, assolutamente invisibile dopo l’intervento, che consente al chirurgo di visualizzare e lavorare meglio sulla valvola e al paziente di recuperare nel postoperatorio più rapidamente. «Stiamo creando un registro internazionale per la chirurgia mini-invasiva mitralica - rivela Di Eusanio -. Noi e l’Univpm coordineremo 22 centri tra i migliori in Europa. Poi mi piacerebbe avviare una scuola di specializzazione in cardiochirurgia. Col rettore ci stiamo lavorando». Non si è invece parlato di Covid. «Abbiamo preferito guardare avanti - dice Di Eusanio -, anche se da questa emergenza abbiamo capito che possiamo adattarci a tutto» Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico