ANCONA - I quartieri nuovi sono stretti nella morsa di una gang dell’est Europa che continua a collezionare colpi su colpi. Dopo la notte di paura vissuta a Monte Dago, con...
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La chiave bulgara
I carabinieri danno la caccia a una gang armata di chiave bulgara, uno speciale dispositivo con cui riescono a fare copia-incolla delle serrature di vecchia data e svaligiare con tutta tranquillità (e senza far danni) le abitazioni prese di mira. Con questa tecnica hanno saccheggiato due appartamenti nello stesso condominio. Siccome la prima volta gli è andata bene, sono tornati di nuovo sabato pomeriggio, a distanza di tre giorni. Si tratta di ladri professionisti, gente che non lascia nulla al caso. Albanesi o romeni, secondo gli investigatori, a giudicare dal loro modus operandi. Studiano le abitudini delle famiglie e aspettano il momento opportuno per fare irruzione, cioè quando in casa non c’è nessuno. Sabato, ad esempio, due coniugi con i loro bambini erano usciti attorno alle 16,30 per fare delle commissioni. «Ci siamo assentati per poco più di un’ora - racconta il padre di famiglia -. Sono sicuro che ci stessero osservando e che uno di loro è rimasto in strada a fare da palo per accertarsi che non tornassimo prima del tempo. Quando siamo tornati sembrava tutto a posto perché, prima di andarsene, avevano chiuso la porta e la serratura funzionava benissimo. Ma una volta entrati, abbiamo trovato le camere da letto sotto sopra. Conoscono le abitudini degli italiani, sanno dove generalmente si tengono gli oggetti preziosi. Infatti hanno rovistato solo nei cassetti e negli armadi e si sono portati via dei monili d’oro. Nulla di troppo prezioso, ma erano ricordi, come i regali per il battesimo dei nostri figli. Il problema è che hanno preso le chiavi di casa, quindi saremo costretti a cambiare serratura». La cosa più preoccupante è che mercoledì pomeriggio nello stesso stabile un altro appartamento era stato visitato dai malviventi: avevano rubato dell’oro a una coppia che era uscita giusto mezz’ora per portare i vestiti in lavanderia. In entrambi i casi, però, non hanno preso nient’altro, anche se di oggetti preziosi ce n’erano a volontà: cellulari, tablet, orologi e costose macchine fotografiche. Ma evidentemente questa banda, che non ha lasciato tracce né impronte, secondo gli specialisti della Scientifica, è alla ricerca solo di soldi e monili d’oro, facili da rivendere.
Stessa tecnica
I due colpi in via Maestri del Lavoro sono stati messi a segno con la stessa tecnica: dal momento che non risultano segni di scasso, i ladri avrebbero utilizzato un passepartout chiamato in gergo chiave bulgara, dotata di una speciale dentellatura flessibile che, una volta inserita nel nottolino, riesce a modellarsi e copiare il “negativo” delle serrature blindate (ma solo quelle di vecchia generazione). In meno di 20 secondi il gioco è fatto e i banditi hanno libero accesso, senza fare il minimo rumore. Stefano Rispoli Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico