OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
Tutto il sito - Mese
6,99€ 1 € al mese x 12 mesi
oppure
1€ al mese per 3 mesi
Tutto il sito - Anno
79,99€ 9,99 € per 1 anno
ANCONA - Resetta la mappa dell’emergenza sotto il sole, Antonio Cherubini. «Gli accessi al pronto soccorso, in numero assoluto, non sono aumentati, restano stabili sulla media di qualche decina al giorno. Ciò che è cambiata è la tipologia dei malori. Il 25-30% in più è diretta conseguenza del caldo». Il direttore del punto di primo soccorso dell’Inrca, l’ospedale della Montagnola dedicato alla cura degli anziani, reputa tuttavia fondamentale una premessa.
«Se questa ondata di calore, molto critica per picchi di temperature e per il protrarsi nel tempo - sono dieci giorni che non dà tregua - fosse accaduta vent’anni fa sarebbe stato un vero disastro». Esplora la logica d’una strategia che, alla lunga, è stata vincente. «La massiccia campagna di comunicazione di ministero, Asur, Comuni e servizi sociali ha funzionato. Le persone sono informate, sanno come comportarsi, i servizi di assistenza sono puntuali».
I malori
La macchina anti-caldo è rodata, ma nonostante ciò gli ingranaggi dell’urgenza girano a ritmo più sostenuto. «Ribadisco, non sono variati i passaggi, ma i dati relativi ai mali generati da questa stagione infuocata: disidratazione, svenimenti, peggioramento dell’insufficienza renale e delle malattie croniche, stati confusionali».
Il limite
Il bollino rosso da aria rovente non intacca un livello d’allarme già sostenuto. Michele Caporossi va diretto al nucleo: «Qui a Torrette, al pronto soccorso, siamo già al limite delle possibilità». Traduce in pratica: «Pressati». Al netto del meteo. Il direttore generale degli Ospedali Riuniti s’appella alla sua esperienza diretta sul campo: «L’emergenza-caldo riguarda soprattutto gli anziani e gli ambienti domestici. Semmai l’Inrca». I fattori che fanno impennare il tasso di rischio anche secondo lui sono la disidratazione e la degenerazione delle malattie croniche. Nella sua mente il pensiero torna, come un tarlo: «Siamo già al limite delle possibilità ma come sempre, anche quest’estate, faremo fronte alle urgenze provenienti da tutta la regione e da quelle confinanti». Con le cifre fissa il margine. «Da noi, solo in via Conca, nel dipartimento di emergenza passano dalle 150 alle 170 persone al giorno e si procede al ritmo di 80-100 tac quotidiane». No, il caldo non aggiunge altro.
Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico