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ANCONA - Recupero è la parola magica. Fin troppo scontata. Già, ma poi che fare dell’ex Lancisi? «Uno studentato destinato prevalentemente agli studenti di Medicina» suggerisce Daniele Silvetti, candidato a sindaco del centrodestra. «Nessuna preclusione: se fosse necessaria un’ulteriore variante per ampliarne le opportunità di vendita, sarei favorevole», replica Ida Simonella, candidata del centrosinistra.
La necessità
I due sfidanti alle prossime amministrative anconetane concordano sulla necessità di riqualificare il prima possibile di uno dei tanti catafalchi che assediano la città. L’ospedale-fantasma di via Baccarani, nel cuore del quartiere di Borgo Rodi, non è del Comune, ma un atto d’indirizzo si rende necessario nel momento in cui l’Azienda ospedaliero-universitaria delle Marche, che ne è proprietaria, da quasi vent’anni non sa come liberarsene. «È innegabile che un immobile abbandonato di quella portata, com’è l’ex Lancisi, rappresenti una ferita per Ancona - riflette Simonella -.
Gli utilizzi
Case, negozi di vicinato, uffici, studi, scuole, strutture sociosanitarie, culturali e ricettive, perfino un maxi parcheggio: tutto si può fare, tranne un supermarket. «Ma se fosse necessaria un’ulteriore variante per ampliare le opportunità di vendita, sarei favorevole - rivela Simonella -. Va comunque definito il valore dell’immobile e va capito se ci sia un interessamento da parte degli investitori». Silvetti ha le idee chiare. «Cosa fare dell’ex Lancisi? Uno studentato, prevalentemente per gli studenti in Medicina - dice - ma si potrebbe allargare anche a chi è iscritto ad altre facoltà, purché abbia alti standard di qualità e sia realizzato da chi in altre realtà d’Italia ha già fatto investimenti di questo tipo con ottimi risultati, visto che proprio in Italia centrale e nel Sud la presenza di queste strutture langue».
L’altro nodo
A proposito di strutture sanitarie, Silvetti estende l’orizzonte. «Quando l’Inrca verrà trasferito, la Montagnola diventerà una cittadella della salute con strutture socio-assistenziali per anziani, disabili e fragili - spiega -. Prevediamo la creazione di una Centrale operativa territoriale per la funzione di coordinamento della presa in carico della persona, un ospedale di comunità e la Casa della comunità hub, primo polo anconetano per la medicina di prossimità, mentre le altre due Case della comunità all’ex Umberto I e al Crass saranno Case della salute spoke». Anche la Simonella ha chiaro in mente il percorso per l’Inrca: «Abbiamo già elaborato una serie di progetti per far sì che quell’area non sia lasciata a se stessa ed evitare che si verifichino altri “ex-Lancisi”: sarà un poliambulatorio specialistico a indirizzo geriatrico, su quello spazio vogliamo un impegno preciso da parte di tutti gli attori della partita. Ancona non può sopportare altre scatole vuote».
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