Deve fare il trapianto di fegato e non trova la strada per l'ospedale. L'angelo Elisa lo scorta fino a Torrette

Perso nel traffico della città

Elisa Rastelli l'angelo del trapianto
ANCONA - «Quando mi hanno chiesto dove fosse l’ospedale di Torrette ho visto subito il panico nei loro occhi. Mi sono avvicinata e ho detto loro che non dovevano...

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ANCONA - «Quando mi hanno chiesto dove fosse l’ospedale di Torrette ho visto subito il panico nei loro occhi. Mi sono avvicinata e ho detto loro che non dovevano preoccuparsi, che ci avrei pensato io a mostrargli la strada. Così mi sono messa davanti con l’auto e li ho accompagnati fino in via Conca. Non mi avevano detto che, se non fossero arrivati in tempo, lui non avrebbe potuto fare il trapianto di fegato». Le parole sono quelle di Elisa Rastelli, 24enne anconetana che giovedì 9 dicembre ha scortato una coppia di Pescara persa tra le vie della città. Grazie a lei un uomo ha ricevuto un nuovo fegato con cui potrà sopravvivere.

 
Il racconto 
«Quando ho saputo che mi stavano cercando mi sono emozionata. Ho agito in modo naturale. Per me era normale aiutarli». Una corsa contro il tempo quella di Emanuela e del suo compagno Fabio, 39enne affetto da una patologia che lo ha costretto al trapianto di fegato.

«Ci hanno telefonato dall’ospedale nel tardo pomeriggio – racconta la donna – così abbiamo mollato tutto e ci siamo precipitati in macchina. Avevamo tre ore al massimo per raggiungere Torrette da Pescara. Ad un certo punto, a quattro chilometri dal casello, l’auto ha subito un guasto e si è fermata. Eravamo nel panico. Così abbiamo chiamato il 112 che ci ha messo in contatto con il 118 per inviarci un’ambulanza. Prima che arrivassero i soccorsi la macchina è ripartita e ci siamo rimessi in viaggio ma, poco dopo, ci siamo persi per la città».

I due hanno vagato per un po’, «il navigatore ci mandava da tutt’altra parte», hanno sbagliato ospedale arrivando a Villa Igea e si sono imbattuti in un vigilante che «ha risposto di non poterci aiutare perché quello che gli chiedevamo non rientrava tra i suoi compiti». 


L’imprevisto
A quel punto hanno ripreso la marcia sfrecciando verso il centro. Poco distante dal Salesi hanno fatto l’incontro con quello che Emanuela chiama «l’angelo con la Clio argento». «Senza pensarci due volte ci ha detto che in quelle condizioni non ci avrebbe lasciato andare. L’ho cercata tanto per ringraziarla e per dirle che, senza di lei, non so come sarebbe andata a finire».

 Le due ieri pomeriggio si sono sentite telefonicamente mentre Fabio si trova in ospedale. «Lo hanno operato il 10 dicembre come concordato. Il giorno in cui dovevamo sposarci». L’uomo è stato sottoposto ad una cura farmacologica perché presenterebbe dei segni di rigetto «ma i dottori sono fiduciosi» 
 

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Corriere Adriatico