Covid, operatori sanitari premiati alla Festa della Repubblica: c'è anche Lucia Di Furia tra i 20 cavalieri al merito. Ecco i nomi

I sanitari alla Festa della Repubblica: c'è anche Lucia Di Furia tra i 20 cavalieri al merito
ANCONA  - Distanziamento sociale, alzabandiera e messaggio del Capo dello Stato. Il segno dei tempi s’imprime sul 75esimo anniversario della proclamazione della...

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ANCONA  - Distanziamento sociale, alzabandiera e messaggio del Capo dello Stato. Il segno dei tempi s’imprime sul 75esimo anniversario della proclamazione della Repubblica. Il 2 giugno all’era della pandemia vedrà schierati, in prima fila, medici, infermieri e operatori sanitari. Lasceranno le corsie d’ospedale, dove da oltre un anno affrontano con sacrificio e passione l’emergenza, e si svestiranno dei loro scafandri anti-Covid per questa festa di democrazia e di popolo.

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Onore e gloria alle donne e agli uomini, in trincea per il bene di tutti, che oggi, alle 10 e 30, riuniti in delegazione, saranno di fronte al Monumento ai Caduti del Passetto. I loro occhi pieni di sofferenze e fatiche si perderanno fra i tricolori che sventolano da giorni sul viale fino a confondersi nell’orizzonte, che è un tutt’uno con l’Adriatico. Accanto a loro, con le autorità civili e quelle militari, saranno i volontari della Protezione civile, altro pilastro della battaglia a un virus che ha stravolto l’ordine planetario dei fattori. 


Una liturgia laica, che spezza i riti della consuetudine, nel segno della pietas, ed eleva a simbolo anche Lucia Di Furia. Il dirigente del Servizio Salute di Palazzo Raffaello e, ad interim, dell’Ars, l’Agenzia regionale sanitaria, sarà lì a ricevere uno dei venti diplomi dell’onorificenza Onore al merito della Repubblica italiana. Parla, con il pensiero saldo alla squadra che l’ha condotta fin qui. «Sorpresa e contenta - è la sua voce ferma e chiara - per un riconoscimento che ritengo non sia diretto solo alla mia persona, ma a tutta la sanità regionale e a tutti gli operatori di un sistema funestato dal Coronavirus». La sua certezza: «Abbiamo scoperto di avere una buona capacità di resilienza». Procedere insieme, per lei, è origine e fine. «Un riconoscimento apicale, quello che mi è stato concesso dal Presidente della Repubblica, che ricondivido». Il segno dei tempi, indelebile. 


Così lontani, così vicini. Per ribadire, come ogni anno dal 1946, il perimetro del recinto invalicabile di principi e valori che è la Repubblica. La cerimonia, coordinata dalla Prefettura di Ancona, si svolgerà anche sotto gli sguardi dei rappresentanti delle associazioni d’Arma e dei combattenti. Nel gruppo dei venti da “Onore al merito” ci saranno, tra gli altri, Clemente Di Nuzzo, viceprefetto vicario di Ancona, Piernicola Silvis, questore in pensione, e Mariano Tusa, comandante provinciale dei vigili del fuoco. E saranno quattro le medaglie d’onore che verranno consegnate ai familiari di cittadini italiani, sia militari sia civili, che furono deportati e internati nei lager nazisti. 


Il cambio di marcia non intaccherà l’essenza del messaggio, quando il presente cederà il passo alla memoria nel gesto, commosso e solenne, del rendere omaggio ai caduti con le corone d’alloro. Il prefetto Darco Pellos, Il comandante della scuola della Marina Militare, l’ammiraglio Enrico Credendino, e la sindaca Valeria Mancinelli saranno lì, a guardare nella stessa direzione. In questa festa di popolo e di democrazia.  Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico