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ANCONA - A Torrette la corsa ai vaccini s’interseca con l’allarme rosso dei contagi interni. Un’interferenza che si consuma a cuore aperto. Mentre le aree dedicate alla cura di un virus che non molla tendono di nuovo al punto di saturazione, un focolaio alla Clinica di Cardiologia costringe al trasloco i dieci letti del reparto. Erano gli ultimi giorni di un anno piegato dal Covid. La tensione non s’allenta. Tutt’altro.
Una decina di giorni dopo, lunedì 11 gennaio, la storia si ripete nell’area Gastro: la scintilla sono tre casi positivi. Il calvario è sempre lo stesso: tamponi a raffica e la comunicazione di accelerare al massimo le dimissioni e di ridurre all’estrema sintesi i ricoveri. Il flusso viene garantito solo per le emergenze. Due infermieri si sarebbero rifiutati di sottoporsi al test. Il reparto è semi-chiuso. La fiammata non si placa, anzi pari rinvigorirsi. Per ora è solo un rischio, un campanello d’allarme scattato senza nulla concedere al tempo: da ieri pomeriggio anche Oncologia è sorvegliata speciale. Il lampo sono due casi positivi che rimettono in moto un iter già scritto.
S’accelera fin che si può. Al quinto piano del corpo C, nei locali ancora vuoti destinati al centro Nemo, un’eccellenza per la cura delle malattie neuromuscolari, si continua a far girare gli ingranaggi del piano vaccinale: sempre due turni, le solite quattro équipe di medici e infermieri, le 252 dosi somministrate. Un numero costante. Oggi si replicherà e così sarà fino a domenica, l’ultima data aperta.
Si recupera in fretta per arrivate al traguardo, con due giorni d’anticipo sulle previsioni, dei 4.000, tra dipendenti e lavoratori della ditte esterne, passati attraverso la prima fase dell’operazione immunizzazione di massa.
Corriere Adriatico