ANCONA - Lo avevano trovato vicino all’auto in fiamme della sua ex fidanzata con una tanica di benzina in mano. «Sto facendo rifornimento per la mia vettura», si...
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Secondo quanto ricostruito, l’auto era di proprietà dell’ormai ex fidanzata del siciliano, una cinese che gestisce un bar in via Giordano Bruno. Quella notte, durante un normale servizio di controllo, i militari si erano imbattuti nella scena della vettura infuocata. A pochi metri di distanza dalla Colt, avevano braccato il 51enne. In mano aveva una tanica di benzina. Secondo l’accusa, la prova del rogo causato poco prima. Per la difesa, rappresentata dall’avvocato Raffaele Sebastianelli, un semplice contenitore dove poter far rifornimento. «Dovevo mettere benzina per la mia vettura, perché ero rimasto a secco» ha detto ieri in udienza l’imputato. La sua auto era parcheggiata non molto distante da quella della sua ex compagna. Peccato che, stando a quanto emerso all’epoca dei fatti, gli uomini dell’Arma avevano trovato sotto la Colt il tappo della tanica tenuta in mano del siciliano. Prima del rogo, l’uomo era finito nei guai nel 2012, quando era stato arrestato a Senigallia dai carabinieri dopo un tentativo di furto in un’abitazione del lungomare Mameli. Con il complice, era finito a Montacuto. Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico