«Ha dato fuoco all’auto della ex» Condannato a un anno e quattro mesi

«Ha dato fuoco all’auto della ex» Condannato a un anno e quattro mesi
ANCONA - Lo avevano trovato vicino all’auto in fiamme della sua ex fidanzata con una tanica di benzina in mano. «Sto facendo rifornimento per la mia vettura», si...

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ANCONA - Lo avevano trovato vicino all’auto in fiamme della sua ex fidanzata con una tanica di benzina in mano. «Sto facendo rifornimento per la mia vettura», si era giustificato con i carabinieri del Nucleo Radiomobile intervenuti a Largo Sarnano, nel cuore del Piano. La versione di Elio Maiorana, un 51enne messinese conosciuto dalle forze dell’ordine per reati predatori, non avevano fin da subito convinto i militari. Per lui era scattata una denuncia a piede libero per il reato di danneggiamento a seguito di incendio. Con quella stessa contestazione, ieri mattina è stato condannato dal giudice Paolo Giombetti a un anno e quattro mesi. Il pm aveva chiesto per l’imputato, recluso in un carcere della Sardegna, 12 mesi. Il rogo era avvenuto la notte del 16 febbraio 2016. A prendere fuoco era stata la parte posteriore di una Mitsubishi Colt, parcheggiata a Largo Sarnano.


Secondo quanto ricostruito, l’auto era di proprietà dell’ormai ex fidanzata del siciliano, una cinese che gestisce un bar in via Giordano Bruno. Quella notte, durante un normale servizio di controllo, i militari si erano imbattuti nella scena della vettura infuocata. A pochi metri di distanza dalla Colt, avevano braccato il 51enne. In mano aveva una tanica di benzina. Secondo l’accusa, la prova del rogo causato poco prima. Per la difesa, rappresentata dall’avvocato Raffaele Sebastianelli, un semplice contenitore dove poter far rifornimento. «Dovevo mettere benzina per la mia vettura, perché ero rimasto a secco» ha detto ieri in udienza l’imputato. La sua auto era parcheggiata non molto distante da quella della sua ex compagna. Peccato che, stando a quanto emerso all’epoca dei fatti, gli uomini dell’Arma avevano trovato sotto la Colt il tappo della tanica tenuta in mano del siciliano. Prima del rogo, l’uomo era finito nei guai nel 2012, quando era stato arrestato a Senigallia dai carabinieri dopo un tentativo di furto in un’abitazione del lungomare Mameli. Con il complice, era finito a Montacuto. Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico