Reti e divieti anti-bivacco non bastano: i clochard sono tornati ad invadere la stazione marittima. L'ordinanza è inutile

I bivacchi sono tornati alla stazione marittima
ANCONA - Non basta un cartello. E nemmeno un cancello. I clochard sono tornati ad invadere l’ex stazione marittima, nonostante l’ordinanza anti-degrado emessa...

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ANCONA - Non basta un cartello. E nemmeno un cancello. I clochard sono tornati ad invadere l’ex stazione marittima, nonostante l’ordinanza anti-degrado emessa dall’Autorità portuale. Qua e là spuntano cartoni, stracci e avanzi di cibo: testimonianza tangibile della presenza di abusivi in un luogo abbandonato da anni - da quando lo scalo ferroviario è stato dismesso - e trasformato in un ostello a cielo aperto da disperati che non hanno un tetto sotto cui dormire. 

 


Da qui, una ventina di giorni fa, erano stati allontanati dalle forze dell’ordine alcuni giovani somali che poi si erano rifugiati sotto un porticato tra via Montebello e via Curtatone, a due passi da piazza Pertini. Da lì si sono spostati al porto antico e forse sono sempre loro i nuovi ospiti del grand hotel alla stazione marittima. Dove le misure adottate dall’Autorità portuale, evidentemente, non sono state sufficienti. Sono state installate delle reti metalliche per sbarrare l’ingresso ai bagni pubblici. Sono state tolte le panchine, che venivano utilizzate come giacigli improvvisati.

Ma dopo un periodo di tregua, i bivacchi sono tornati. Di fatto, si è rivelata inefficace l’ordinanza dell’Authority, emessa dopo che il tema è stato affrontato in prefettura dal Comitato per l’ordine e la sicurezza pubblica. È spuntato anche un cartello di divieto di bivacchi, puntualmente disatteso.


Un’ordinanza che vieta «di occupare, impedendone e/o comprimendone il pubblico utilizzo, spazi pubblici o ad uso collettivo di pertinenza demaniale nell’ambito del porto di Ancona, sia in forma individuale che aggregata, nonché in forma di stazionamento e di bivacco, sia diurno che notturno». Viene inoltre vietato «il deposito o l’accumulo temporaneo di masserizie, suppellettili e ogni altro oggetto non previamente legittimato». Nel provvedimento si obbliga la Rete Ferroviaria Italiana a «intraprendere ogni iniziativa di competenza in termini di vigilanza, buona custodia, pulizia e mantenimento delle giuste condizioni di decoro». 

 

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Corriere Adriatico