Ancona, un clic per togliere le assenze dal registro: «Studenti-hacker, così li abbiamo scoperti»

Ancona, un clic per togliere le assenze dal registro: «Studenti-hacker, così li abbiamo scoperti»
ANCONA Manomettevano il registro elettronico per far sparire le assenze con un clic. È l’accusa di base che ha portato a processo cinque ex studenti (tre ragazze e...

OFFERTA SPECIALE

2 ANNI
99,98€
40€
Per 2 anni
ATTIVA SUBITO
OFFERTA MIGLIORE
ANNUALE
49,99€
19€
Per 1 anno
ATTIVA SUBITO
 
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
ATTIVA SUBITO

OFFERTA SPECIALE

OFFERTA SPECIALE
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
ATTIVA SUBITO
 
ANNUALE
49,99€
11,99€
Per 1 anno
ATTIVA SUBITO
2 ANNI
99,98€
29€
Per 2 anni
ATTIVA SUBITO
OFFERTA SPECIALE

Tutto il sito - Mese

6,99€ 1 € al mese x 12 mesi

Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese

oppure
1€ al mese per 3 mesi

Tutto il sito - Anno

79,99€ 9,99 € per 1 anno

Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno

ANCONA Manomettevano il registro elettronico per far sparire le assenze con un clic. È l’accusa di base che ha portato a processo cinque ex studenti (tre ragazze e due ragazzi tra i 26 e i 27 anni) del liceo Savoia-Benincasa per i fatti avvenuti nel corso dell’anno scolastico 2015-2016. In origine, gli studenti finiti nel mirino del tribunale erano 32: in 27 hanno beneficiato di un percorso di messa alla prova, in 5 hanno scelto il dibattimento. E per loro il processo è entrato nel vivo ieri mattina, davanti al giudice Francesca Grassi. A vario titolo devono rispondere di accesso abusivo al sistema informatico e falso. 

 


I testimoni

La prima testimone ad entrare in aula è stata l’ex preside del Savoia-Benincasa, Alessandra Rucci, attualmente dirigente dello scientifico Galilei. Era stata lei a sporgere denuncia alla Polizia Postale per far iniziare le indagini. La prima segnalazione era arrivata da una docente, la quale «aveva notato delle incongruenze relative alle presenze di una classe quinta. Si era resa conto che erano state modificate» ha ricordato la preside Rucci. Dicendo anche che, in poco tempo e con «l’avvio di una istruttoria con la vice preside», si era scoperto che «alcuni studenti (erano di 3 classi diverse, ndr) avevano forzato il registro elettronico dopo essersi introdotti negli account di due docenti. Non era elevato il numero di assenze truccate». I riscontri erano stati possibili anche perché una professoressa si era appuntata a mano le assenze e le presenze di quella classe dove erano caduti i sospetti. 

L’ammissione

Ancora, la Rucci: «Ricordo che dopo essere stati scoperti, i ragazzi avevano ammesso le loro responsabilità». Ma la segnalazione alla Postale era stata comunque fatta. «Presentammo un esposto con le stampate, se non ricordo male, del registro elettronico» ha concluso la preside. Alcuni imputati hanno terminato l’università, altri ancora stanno già lavorando e ottenendo i primi successi professionali. All’epoca dei fatti stavano tutti affrontando l’ultimo anno di liceo. Il processo è stato aggiornato al 12 settembre: saranno ascoltati altri testimoni. 

Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico