Si scontra con un cinghiale e finisce nel dirupo: resta incastrato in auto, salvato da una comitiva di motociclisti

L'auto finita nella scarpata
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ANCONA - Stavano rientrando da una cena a Portonovo quando si sono imbattuti in una scena da brividi. A terra, la carcassa di un cinghiale. Nel dirupo, le luci di un’auto finita fuori strada. All’interno c’era un ragazzo di Sirolo che rientrava a casa dal lavoro, intrappolato nell’abitacolo dopo aver investito l’animale. 

 


L’automobilista trentenne è sano e salvo, ma se ha evitato di trascorrere la notte bloccato nella sua auto è solo grazie ai centauri del gruppo “Gli Svalvolati” di Osimo che l’altra sera, attorno a mezzanotte, percorrendo la provinciale 1 del Conero, si sono accorti di lui e del cinghiale morto in mezzo alla strada, nel tratto fra Portonovo e Sirolo, poco dopo il ristorante Le Cave.

«Sono riuscito a schivare la carcassa con la mia Honda, mentre i due che erano dietro di me ci sono passati sopra, per fortuna senza cadere - racconta Lanfranco Migliozzi, informatico di 62 anni, uno dei 9 amici osimani con la passione per le moto -. Poi sulla destra ho notato delle luci, mi sembravano quelle di un giardino. Ho rallentato e sono tornato indietro. A quel punto ci siamo fermati tutti perché ci siamo accorti che c’era una Yaris ribaltata nel fosso. Era spenta e con i fari accesi. Sono sceso e ho visto che all’interno c’era un ragazzo rannicchiato sul tettuccio dell’auto capottata». Con la forza delle braccia (che si è pure tagliato) Lanfranco è riuscito a strappare il parabrezza in frantumi, consentendo al trentenne di uscire. Era illeso, aveva solo dei graffi alle gambe, tanto che ha preferito non chiamare il 118. Sul posto, invece, sono intervenuti i carabinieri per i rilievi. 


Resta alto il problema dell’attraversamento di cinghiali sulla strada del Monte. «Per fortuna quel ragazzo non si è fatto niente, ma abbiamo toccato con mano cosa può succedere in uno scontro con un animale selvatico - riflette Lanfranco -. L’incidente moto-cinghiale può avere conseguenze catastrofiche». 

 

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Corriere Adriatico