«A casa mia non si prega» e giù botte. Anche una coltellata all’ex moglie: condannato

«A casa mia non si prega» e giù botte. Anche una coltellata all’ex moglie: condannato
ANCONA «Qui a casa mia non devi pregare». Poi le bastonate, il cuscino in faccia per soffocarla, infine una coltellata, sferrata mentre la costringeva a inginocchiarsi...

Continua a leggere con la nostra offerta speciale:

X
MIGLIORE OFFERTA
ANNUALE
19 €
49,99€
Per 1 anno
SCEGLI
MENSILE
1 €
4,99€
Per 3 mesi
SCEGLI
2 ANNI
40 €
99,98€
Per 2 anni
SCEGLI

VANTAGGI INCLUSI

  • Tutti gli articoli del sito, anche da app
  • Approfondimenti e newsletter esclusive
  • I podcast delle nostre firme

- oppure -

Sottoscrivi l'abbonamento pagando con Google

OFFERTA SPECIALE

OFFERTA SPECIALE
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
ATTIVA SUBITO
 
ANNUALE
49,99€
11,99€
Per 1 anno
ATTIVA SUBITO
2 ANNI
99,98€
29€
Per 2 anni
ATTIVA SUBITO
OFFERTA SPECIALE

Tutto il sito - Mese

6,99€ 1 € al mese x 12 mesi

Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese

oppure
1€ al mese per 3 mesi

Tutto il sito - Anno

79,99€ 9,99 € per 1 anno

Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno

ANCONA «Qui a casa mia non devi pregare». Poi le bastonate, il cuscino in faccia per soffocarla, infine una coltellata, sferrata mentre la costringeva a inginocchiarsi e a chiedergli scusa, ammettendo di essere una poco di buono. La lama le ha perforato la mano (prognosi di oltre 40 giorni) mentre lei tentava di proteggersi il volto. «Voleva sfregiarmi la faccia», aveva raccontato la donna in aula. 

 
La ricostruzione 


Ieri il giudice Martina Marinangeli ha condannato a un anno e 8 mesi di reclusione un 47enne anconetano, finito a processo per lesioni pluriaggravate ai danni dell’ex moglie, un’ucraina di 33 anni. Gli sono state riconosciute le aggravanti generiche, chieste dall’avvocato Marco Giorgetti in ragione del disturbo borderline di personalità di cui soffrirebbe l’imputato. Per ora alla vittima - assistita dall’avvocato Alessandro Calogiuri - è stata riconosciuta una provvisionale di 5mila euro a fronte di una richiesta di risarcimento di 30mila euro. Toccante era stata la testimonianza della donna che a luglio, in tribunale, aveva ripercorso l’aggressione subita il 26 luglio 2022. L’ormai ex marito, fuori di sé, si sarebbe accanito contro di lei perché voleva tornare in Ucraina.

«Ha iniziato a strapparmi tutti i vestiti che avevo addosso, poi mi ha colpito alle gambe con il manico del mocio - aveva raccontato in lacrime -. Voleva sfregiarmi con un coltello che mi ha attraversato la mano con cui mi proteggevo il volto: quel giorno ho avuto paura di morire». Avrebbe tentato di soffocarla con un cuscino, prima ancora di colpirla. «Mi ha riempita di calci, dicendo che a casa sua non si poteva pregare».

Al punto che l’avrebbe costretta a inginocchiarsi proprio davanti a lui. Inutile il tentativo di scappare di casa. «Mi ha raggiunta e ha tentato di accoltellarmi alla faccia». Di fronte al sangue che le scorreva dalla mano, il 47enne si sarebbe fermato per soccorrerla e accompagnarla all’ospedale. Un barlume di lucidità che certo non è bastato ad evitargli la condanna. 

Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico