Baristi e pizzaioli stremati dal caro-bollette: «La luce costa il doppio. Il personale all’osso, è un massacro». Ferie obbligate e cassa integrazione

Il caffè rischia rincari generalizzati a causa delle bollette salasso
ANCONA - Le materie prime, il gas, l’energia elettrica. Soprattutto l’energia elettrica. Con l’arrivo del nuovo anno il costo di tutto ciò che serve ad...

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ANCONA - Le materie prime, il gas, l’energia elettrica. Soprattutto l’energia elettrica. Con l’arrivo del nuovo anno il costo di tutto ciò che serve ad un’attività di somministrazione per portare avanti il proprio lavoro è lievitato a dismisura. Un salasso che mette a dura prova la resistenza di chi ha già dovuto fare i conti con una drastica riduzione del pubblico di consumatori, sempre più spaventati dal continuo susseguirsi di notizie sull’aumento dei contagi da Covid 19.

 

Bar e pizzerie del centro di Ancona tengono duro per non aumentare i prezzi, cercando di arrangiarsi come possono pur di non scontentare quella poca clientela rimasta. Ma quanto si potrà andare avanti così? Senza un deciso intervento del Governo, il caffè a 1 euro e 10, se non a 1 e 20, rischia di diventare ben presto la normalità. 


Le difficoltà
«Il prezzo del caffè per adesso rimane invariato – dichiara Flavio Zoppi della Tazza d’oro -, ma aspettiamo di ricevere la prossima bolletta dell’elettricità. Anche se i rincari sulle materie prime già si vedono. Quando faccio gli ordini i fornitori mi dicono: approfittane adesso perché la prossima volta i prezzi non saranno più questi». Chi la bolletta l’ha già ricevuta è Andrea Errico della Pizzeria Paola: «L’energia elettrica è praticamente raddoppiata. Per fortuna per quanto riguarda le materie prime abbiamo trovato un punto di incontro con i fornitori. Si sono messi una mano sulla coscienza come noi abbiamo fatto con i nostri clienti, tenendo i prezzi invariati. Del resto se noi siamo in difficoltà, anche gli avventori lo sono. Ma quanto possiamo resistere? Se nessuno interviene, prima o poi qualche cambiamento lo dovremo fare».

 
Le conseguenze


Anche perché la paura del contagio continua a far danni. «Stringiamo i denti senza vedere la luce – dichiara Errico -. In giro la gente è sempre di meno e senza incassare non vai avanti. Io non me la sono sentita di licenziare nessuno, ma ho dovuto eliminare gli straordinari e mettere alcuni dipendenti in cassa integrazione o in ferie obbligate. Per contro io sto qui dalla mattina alla sera per cercare in qualche modo di far fronte alle spese». Antonio Avello del Caffè Roma il problema del personale, invece, non ce l’ha, perché è già da tempo che, vista la situazione, di dipendenti non ne assume più. In compenso l’arrivo dell’ultima bolletta dell’energia elettrica è stato per lui peggio di un pugno nello stomaco. «Guardate – dice sventolando una fattura da oltre 1.400 euro -. L’anno scorso nello stesso periodo ne avevo pagati 700. E la bolletta del gas non sarà da meno. Tutto questo inoltre influisce sul costo delle materie prime. Il latte è aumentato del 30%. Il pane del 50%. Così non si va avanti». Per Errico occorre urgentemente un intervento dello Stato: «Districarsi da soli all’interno del mercato dell’energia è complesso e la fregatura è sempre dietro l’angolo». Anche per Zoppi, che però è polemico: «Sicuramente, tra pandemia e crisi Ucraina, la situazione non è affatto semplice. Però con Draghi pareva fosse arrivato il salvatore della Patria e invece abbiamo avuto soltanto lockdown mascherati, licenziamenti e inflazione. È ora che questo Governo si decida a fare veramente qualcosa per le attività commerciali e per i cittadini». Già, ma cosa? Secondo Avello poco potrebbe rispetto ai costi dell’energia, che dipendono da congiunture internazionali, e le detrazioni fiscali non avrebbero effetti immediati. Per questo si appella soprattutto alle associazioni di categoria: «O si scende in piazza per chiedere finanziamenti che ci aiutino a sostenere i costi, oppure ci si mette tutti d’accordo per aumentare i prezzi. Se invece si lascia ogni cosa all’iniziativa di ciascuno si rischia di innescare una guerra tra poveri che finirà per devastare il settore».

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Corriere Adriatico